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SpiaggeSulla Costa Turchese fra Kas e Patara, vi sono alcune spiagge raggiungibili direttamente e facilmente dalla strada costiera D400, più o meno famose: Akçagerme, Kaputaş, Kalkan, Firnaz Koyu. Nell'economia del viaggio, non conviene fermarsi in nessuna spiaggia, ma raggiungere Patara dove chi vuole può dedicarsi all sito archeologico della Antica Patara, oppure recarsi in spiaggia (oppure dedicarsi ad entrambe. Kaputaş BeachLa spiaggia si trova a una distanza di 20 km da Kaş e 7 da Kalkan, in un punto in cui una valle estremamente stretta, dominata da ripide scogliere e foreste, si unisce alla riva del mare nella baia di Kaputaş. La spiaggia è popolare tra i visitatori della regione per il suo ambiente naturale e per la vista dalle alture attraversate dalla strada statale D400 tra Kaş e Kalkan. A Kaputaş Beach ci sono ora servizi igienici, docce, un bar caffetteria e cabine per cambiarsi. La spiaggia è raggiungibile tramite 170 gradini che scendono dalla strada. Sono disponibili un numero limitato di parcheggi sul lato della strada. Dall'altro lato della strada si trova un canyon profondo e stretto. È raggiungibile direttamente dalla spiaggia sotto il ponte, se non è presente acqua corrente. Il canyon si è formato dall'abrasione delle rocce da parte delle acque correnti nel corso di migliaia di anni. PataraSulla costa, 8 km a sud di Xanthos, Patara detiene il primato della spiaggia ininterrotta più lunga della Turchia e ospita alcune delle rovine licie di maggior interesse. Appena nell’entroterra, a 1,5 km dalla spiaggia e dal sito archeologico, sorge il quieto villaggio di Gelemiş, che è una magnifica base sia per visitare i siti antichi sia per consacrare parte del vostro tempo al moderno rituale di devozione al sole sulla spiaggia. Patara), anticamente chiamata Arsinoe (Greco: Ἀρσινόη), fu una fiorente città marittima e commerciale nella costa sud-ovest della Licia sulle coste del Mediterraneo. Fu il luogo di nascita di San Nicola di Bari, che poi trascorse gran parte della sua vita nella vicina Myra (attuale Demre). Sorta in un porto naturale, Patara secondo la tradizione venne fondata da Pàtaro figlio di Apollo. Sorgeva a seicento stadi dalle rive meridionali del fiume Xanthos. Famosa nell'antichità per il suo oracolo di Apollo, secondo solo a quello di Delfi. La divinità veniva indicata con il soprannome di Patareus. Erodoto scrisse che l'oracolo era tenuto da una sacerdotessa solo in certi periodi dell'anno; e Servio Mario Onorato ci informa che erano i sei mesi invernali. Quasi certo che i suoi primi coloni furono Dori, provenienti da Creta; il culto ad Apollo venne certamente importato da queste popolazioni In passato meta prediletta degli hippy, oggi Gelemiş non è mai affollato di turisti – un vero miracolo considerato il suo innegabile fascino. In effetti, si è registrato un piccolo boom turistico, ma in fondo il villaggio continua a essere una comunità agricola, come dimostra la distesa di serre che circonda l’abitato. Non ci sono grandi hotel e in teoria i visitatori sono per lo più viaggiatori indipendenti, che ritornano anno dopo anno soggiornando nelle stesse pensioni a conduzione familiare. Fonti:https://muze.gov.tr/muze-detay?SectionId=PTR01&DistId=PTR Patara Antik Kenti (Antica Patara)Le monumentali rovine di Patara sono sparse lungo la strada per la spiaggia di Patara. La sezione principale del sito è dominata da quel che resta del teatro. Accanto, il bouleuterion era il parlamento dell’antica Patara dove si ritiene si radunassero i membri della lega licia. L’edificio è stato oggetto di un accurato restauro, durato due anni e costato 8,5 milioni di lire turche. La strada colonnata, con le colonne ricollocate al loro posto, corre a nord del bouleuterion ed era il viale più sontuoso di Patara, fiancheggiato da negozi e con l’agorà all’estremità meridionale. Allontanandosi dal principale gruppo di edifici del sito archeologico si possono visitare molti altri resti della lunga storia di Patara. Dalla biglietteria, seguendo la strada che da Gelemiş porta alla spiaggia di Patara, si raggiungono l’Arco di Modesto, un monumento trionfale a tripla arcata eretto nel II secolo, e la necropoli, nei cui pressi si trovano alcune tombe licie. Proseguendo per questa strada poco oltre si incontrano il complesso delle terme del porto e i ruderi di una basilica bizantina, per poi arrivare al settore centrale del sito archeologico. Dalla strada colonnata una pista sterrata conduce al faro fatto costruire dall’imperatore Nerone, che pare sia uno dei tre più antichi esistenti al mondo. Il faro sorge nella zona del porto antico, paragonabile per importanza a quello di Efeso, che oggi è un’umida area di canneti. Qui ha sede anche il gigantesco Granaio di Adriano, utilizzato per immagazzinare cereali e olio d’oliva, e una tomba-tempio in stile corinzio. Il ruolo svolto da Patara nella storia è ben documentato. Fu infatti la città natale di san Nicola, il vescovo bizantino di Myra vissuto nel IV secolo ed entrato poi nella leggenda come Babbo Natale (vedi Chiesa di San Nicola a Demre). In epoca precedente, però, Patara era celebre per il tempio e l’oracolo di Apollo, di cui rimane ben poco. Fu inoltre il porto principale della Licia, come attestano i grandi depositi per il grano che sono giunti fino ai nostri giorni, e sotto il dominio romano vantava tre chiese e cinque terme. Xanthos (Kinik) (in genere non visitato)Xanthos-Letoon è Patrimonio UNESCO dal 1994 ed è incluso nel Turkye museum pass. Su un promontorio roccioso sopra Kınık, 63 km a sud-est di Fethiye, l’antica Xanthos era un tempo la capitale e la città più rilevante della Licia; tra le rovine giunte fino ai giorni nostri segnaliamo il bel teatro romano e le tombe a pilastro. Da Kınık si oltrepassano le antiche porte della città e il plinto dove in passato sorgeva il favoloso Monumento delle Nereidi (oggi conservato al British Museum di Londra). Più in alto, di fronte al parcheggio, si trovano il teatro romano, l’agorà e la biglietteria. Seguite la strada colonnata che vi condurrà ad alcuni mosaici ben conservati, al Sarcofago del Danzatore e al Sarcofago del Leone e ad alcune tombe rupestri. La travagliata storia di questa cruciale città del regno licio è stata segnata da guerre e distruzioni e almeno in due occasioni la popolazione di Xanthos, assediata da forze nemiche manifestamente superiori, si suicidò in massa. Dal momento che molte tra le più belle sculture (come per esempio il Monumento delle Arpie), iscrizioni e decorazioni rinvenute nel sito furono inviate a Londra da Charles Fellows nel 1842, quelle attualmente visibili sono per lo più riproduzioni. Strabone usa il termine Sibros o Sirbis per riferirsi al fiume Xanto. Durante l'invasione persiana il fiume si chiamava Sirbe, che significa "giallo" come la parola greca "xanthos". Il fiume aveva un colore giallastro a causa del terreno a base alluvionale della vallata. Una leggenda greca narra che il fiume venne creato dagli spasimi del parto di Latona il cui tempio, a Letoon, si trova sulla riva occidentale del fiume, pochi chilometri a sud di Xanto. Letoon venne scavata nel ventesimo secolo e portò alla luce vari testi lici, greci ed aramaici. Un testo trilingue (licio-greco-aramaico), noto come stele trilingue di Letoon, contiene un riferimento a re Artaserse. Anche Letoon, come Xanto, è stata inserita tra i Patrimoni dell'umanità.
Fonti:https://muze.gov.tr/muze-detay?DistId=MRK&SectionId=XAN01 https://www.worldheritagesite.org/list/Xanthos-Letoon Dalyan
Oltre che per vedere le suggestive rovine di Kaunos alle sue porte, Dalyan è un’eccellente base da cui partire per esplorare il Köyceğiz Gölü (Lago Köyceğiz) e il centro di riabilitazione per le tartarughe a İztuzu. All’imbrunire, fate due passi sul lungofiume per ammirare l’attrattiva più nota di Dalyan: le imponenti Tombe dei Re dell’antica Caria che, scavate nella parete rocciosa, assumono magnifiche tonalità dorate alla luce del tramonto. Tombe dei ReLe famose tombe rupestri dei re della Caria di Dalyan sono scavate nella parete rocciosa sulla sponda opposta del fiume Dalyan, a sudovest del centro città. Per buone vedute sulle tombe, dalla città incamminatevi a sud lungo Maraş Caddesi fino all’estremità occidentale di Kaunos Sokak. In alternativa, salite a bordo di una barca privata ormeggiata accanto al ristorante Saki a Dalyan (andata e ritorno ₺15), che attraverserà il fiume fino al minuscolo centro abitato di Çandır, da cui le tombe distano una passeggiata di cinque minuti. Kaunos (Caunus, Cauno) (in genere non visitato)Cauno (in Cario: Kbid; in Licio: Khbide; in greco antico: Καῦνος, Kaunos; in latino Caunus) era un'antica città nel sud-est della regione storica della Caria. Situata in origine sul mare, a causa dello spostamento della costa essa si trova ormai a otto chilometri dal mare nel delta del fiume Dalyan (l'antico Calbis), il quale collega il lago di Köyceğiz con il Mediterraneo. Tuttavia la città non è completamente separata dal mare, ma collegata con questo tramite zone paludose e corsi d'acqua. Rimangono alcuni resti di edifici antichi, soprattutto tombe cariche scavate nella roccia, risalenti al IV secolo a.C., ma anche un teatro romano, grandi terme, nonché un ninfeo, un'agorà, templi, un ginnasio, strutture portuali e un'acropoli. Si sono conservate anche numerose iscrizioni greche della città. Nel frattempo è stato rinvenuto il betilo di Cauno, alto oltre 4 metri e spesso raffigurato sulle sue monete d'argento. Fondata nel IX secolo a.C., Kaunos (Caunus, Cauno) divenne un’importante città della Caria intorno al 400 a.C. e, trovandosi proprio al confine con la Licia, sviluppò una cultura che rifletteva aspetti di entrambi i regni. A sinistra dell’ingresso al sito, il teatro è molto ben conservato; in alto sulla collina vi sono i resti dell’acropoli e si ammira una stupenda vista sulla campagna circostante. Proprio davanti dall’ingresso si vedono invece le imponenti rovine delle terme romane e una chiesa del VI secolo, mentre in fondo al pendio si trova l’agorà del porto. Il sito ha buoni pannelli informativi in inglese e in turco. Per raggiungerlo, come per le Tombe dei Re, prendete una barca ormeggiata vicino al ristorante Saki a Dalyan. Da Çandır a Kaunos si tratta di una salita a piedi di 20 minuti. Iztuzu Plaji (Spiaggia di İztuzu(via terraİztuzu Kumsalı)
Ottima spiaggia balneabile, İztuzu
(Tartarughe) è un sito di nidificazione delle
tartarughe caretta, tutelata pertanto da
norme speciali. Nonostante sia una spiaggia
aperta al pubblico di giorno, nel periodo che Questa striscia di sabbia lunga 4,5 km si estende 13 km a sud del centro di Dalyan ed è accessibile tramite una strada e il fiume Dalyan. In molti la raggiungono in barca, ma in alta stagione è attivo un servizio di minibus (andata e ritorno ₺11; 25 minuti) che collega la spiaggia e Cumhuriyet Meydanı a Dalyan ogni mezz’ora (quattro servizi al giorno in inverno). Centro di ricerca, recupero e riabilitazione delle tartarughe marine
(www.dekamer.org.tr è gradita un’offerta; h10-18) All’estremità meridionale della spiaggia di İztuzu si trova la sede di questo centro per la salvaguardia delle tartarughe, istituito nel 2009 soprattutto grazie all’impegno di June Haimoff, che da anni si batte per preservare il tratto di costa dallo sviluppo edilizio. Il centro è ricco di informazioni sulle tartarughe e proietta un breve filmato. Negli anni ha salvato molte tartarughe verdi e caretta, e si possono vedere esemplari di 30/40 kg feriti dagli ami e dalle reti da pesca, oppure dalle eliche delle barche. Le tartarughe Caretta Caretta sono nella lista rossa IUCN delle specie in via di estinzione. È possibile riconoscerle per la testa grande e spessa e il collo largo e corto. Ritornano tutte alla stessa spiaggia dove sono nate per deporre le uova quando raggiungono la maturità. Le tartarughe marine depongono le uova solo su determinate spiagge nella lstagione riproduttiva (dal 1° maggio al 1° ottobre). Depongono circa 100 uova in ogni nido che scavano. Quindi nascondono le uova coprendole con la sabbia e tornano in mare. Le femmine raggiungono l'età adulta intorno ai 20-25 anni e trovano la strada per le spiagge da cui sono uscite. Le uova si schiudono 2 mesi dopo. Durante il loro viaggio verso il mare, le giovani tartarughe lottano con i loro predatori di notte. Se riescono a sfuggirgli, raggiungono il mare entro 10-15 minuti. Tutti i tipi di rumore, luci artificiali e attività umane spaventano i giovani e li spingono a vagare e ad allontanarsi dall'acqua. Le tartarughe marine in via di estinzione Carettta Caretta rischiano l'estinzione a causa di minacce come volpi, sciacalli, cani, uccelli, granchi, pesci e la distruzione dei loro habitat riproduttivi da parte degli esseri umani.
Sintesi di luoghi e monumenti
da Wikipedia, selezionati dalla relazione Elisabetta Lattanzi
Ultima modifica: 18/01/2025 17:18:51
dal 4 agosto 2024 |