Circondato da un’epica distesa di ondulate valli lunari,
lo straordinario villaggio color del miele scavato nelle
pareti rocciose è ormai cresciuto rispetto alle sue
radici di borgo agricolo. Fulcro del turismo in
Cappadocia, Göreme è ora un villaggio di tortuosi vicoli
sui versanti collinari che sono costellati di boutique
hotel rupestri in grado di offrire vedute sublimi alla
clientela, mentre la breve strada ‘del centro’ è un
susseguirsi di ristoranti e pacchiani negozi di
souvenir. Al giorno d’oggi, l’elemento di maggior
richiamo sono i voli panoramici in mongolfiera, eppure
la surreale bellezza della zona si coglie meglio tenendo
i piedi a terra. In estate il numero di visitatori
presenti nel villaggio può essere esasperante, tuttavia
in qualsiasi direzione si lasci l’abitato ci si immerge
in paesaggi da fiaba e si incontrano chiese rupestri a ogni angolo
le strutture sotterranee sono maggiormente concentrate
nel comprensorio di Göreme, l’antica Korama bizantina,
che rappresenta il cuore della
Cappadocia rupestre Sebbene la maggiore frequenza di
architetture ipogee si registri in un tratto piuttosto
limitato della valle (vadisi), l’insediamento rupestre
si estende su una serie di almeno tre bacini
complementari: Göreme Vadisi al centro,
Kılıçlar Vadisi (Valle delle Spade) ad est,
Zemi Vadisi, ad ovest. Le loro
aste idrauliche, più o meno disposte a ventaglio,
orientate da sud a nord, confluiscono infine, dopo circa
due chilometri, nella piana antistante. Considerando,
dunque, un areale più ampio, di circa quattro chilometri
quadrati, il numero complessivo delle opere ipogee sino
ad ora documentate dai diversi studiosi che nel corso
degli anni si sono occupati di questa zona, sale a 138
unità, mentre i rifugi diventano 18 e le opere idriche
23, cifre che possono sicuramente essere incrementate
nella eventualità di nuove indagini nei prossimi anni
Museo a Cielo
Aperto di Göreme
|
|
Cappella di San Basilio |
Aziz Basil Şapeli |
Cappella di Santa Barbara |
Azize Barbara Şapeli |
Chiesa della Mela
|
Elmalı Kilise |
Chiesa del Serpente
o Chiesa di Sant’Onofrio
|
Yılanlı Kilise |
Cappella del Pantocratore |
|
Cappella Senza Nome
|
İzimsiz Şapel |
Chiesa Oscura
|
Karanlık Kilise |
Cappella di Santa Caterina
|
Azize Katarina Şapeli |
Monastero delle
monache
|
Rahibeler |
Chiesa della Fibbia |
Tokalı Kilise |
Chiesa della cisterna |
Sarnic Kilise |
Chiesa del Malocchio |
El Nazar Kilise |
Chiesa dello Specchio |
Aynalı Kilise |
Chiesa della Grotta Nascosta |
Saklı Magara Kilise |
Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, il
Museo a Cielo Aperto di Göreme è una tappa irrinunciabile di un
viaggio in Cappadocia. L’incantevole insieme di chiese, cappelle e
monasteri scavati nella roccia, a circa 1 km in salita dal centro
del villaggio, era in origine un rilevante insediamento religioso
bizantino, abitato da una piccola comunità formata da una ventina di
monaci, che a partire dal XVII secolo divenne un luogo di
pellegrinaggio |
Fiore all’occhiello del museo è la Chiesa Oscura, per la
quale è richiesto un biglietto d’ingresso supplementare.
Dalla biglietteria seguite il sentiero acciottolato fino
alla Cappella di San Basilio (Aziz Basil Şapeli),
dell’XI secolo e dedicata a uno dei santi più importanti
della Cappadocia, originario di Kayseri. Nella camera
principale, san Basilio è raffigurato sulla sinistra,
mentre a destra si notano una croce maltese e le figure
di san Giorgio e san Teodoro che uccidono un drago
(sbiadito), simbolo del paganesimo. A destra dell’abside
è rappresentata Maria con il Bambino, raffigurato con
una croce nell’aureola. Nei pressi si trova la Cappella
di Santa Barbara (Azize Barbara Şapeli), che
secondo alcuni storici fu scavata dai soldati bizantini
nell’XI secolo e che è dedicata alla loro santa patrona,
raffigurata sulla sinistra appena entrati.
Alza lo sguardo verso il soffitto per vedere le
decorazioni in ocra rossa: quella al centro potrebbe
rappresentare l’Ascensione, mentre la strana creatura
visibile sopra la raffigurazione di san Giorgio, sulla
parete più lontana, potrebbe essere un drago, con le due
croci generalmente usate come armi per uccidere la
bestia.
Oltre la Cappella di Santa BarbaraAzize
Barbara Şapeli) il vicolo scende fino alla Chiesa della Mela (Elmalı
Kilise), con colonne e nove cupole, che tra le
decorazioni in ocra rossa conserva colorati affreschi ben preservati
e di bella fattura raffiguranti scene tratte dalla Bibbia.
L’Ascensione è dipinta sopra la porta, mentre il Cristo Pantocratore
è raffigurato nella cupola centrale della chiesa. Si pensa che il
nome della chiesa sia riconducibile alla presenza di un melo che
cresceva nelle vicinanze oppure a un’errata interpretazione del
globo tenuto in mano dall’arcangelo Gabriele, nella terza cupola.
Salendo si arriva alla Chiesa del Serpente (Yılanlı
Kilise), chiamata anche Chiesa di
Sant’Onofrio, dove l’onnipresente drago nemico di
san Giorgio sta ancora passando un’altra brutta
giornata. Per aggiungere al danno (mortale) anche la
beffa, il drago qui raffigurato è stato pure scambiato
per un serpente, da cui il nome della chiesa. L’ermetica
figura dell’ermafrodita sant’Onofrio è
rappresentata sulla destra con una foglia di palma a
coprire i genitali. Di fronte, il personaggio accanto a
Gesù è uno dei finanziatori della chiesa.
Procedendo ancora un po’ lungo il sentiero si incontrano
la piccola Cappella del Pantocratore e la Cappella
Senza Nome (İzimsiz Şapel), con le loro
semplici decorazioni a motivi geometrici e le croci
maltesi in ocra rossa, oltre a una serie di grotte che
si suppone servissero quali refettorio e cucina, con un
tavolo scolpito nella roccia in una caverna.
Continua su colonna a destra
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Chiesa oscura: Natività
|
Nel punto più alto del percorso,
e raggiungibile risalendo lungo una galleria, la
Chiesa Oscura (Karanlık Kilise),
straordinaria e ricca di affreschi, è la chiesa più
famosa del museo.
Il suo nome deriva dal fatto che in origine aveva
pochissime finestre, ma per fortuna la scarsa luce ha
conservato i vividi colori degli affreschi, tra cui il
Cristo Pantocratore, la Natività, la Trasfigurazione, il
tradimento di Giuda e la Crocifissione. La chiesa è
stata sottoposta a costose opere di restauro e il
supplementare biglietto d’ingresso richiesto è un
tentativo di limitare il numero di visitatori per
proteggerne gli affreschi.
Poco oltre la Chiesa Oscura, la piccola Cappella di
Santa Caterina (Azize Katarina Şapeli)
custodisce affreschi raffiguranti san Giorgio, santa
Caterina e la deesis (Cristo benedicente
seduto tra la Vergine e san Giovanni Battista).
Il Monastero Rahibeler (delle Monache) è
ai piedi del versante, poco prima di far ritorno alla
zona d’ingresso. In origine era alto diversi piani e gli
storici hanno ipotizzato che durante l’XI secolo fosse
abitato da una piccola comunità di monache. Oggi tutto
ciò che ne resta è l’ampia e spoglia sala del
refettorio e, saliti alcuni gradini, una piccola cappella con
affreschi di modesto interesse; l’intera struttura
rocciosa è transennata a causa del rischio frane./p>
Usciti dal Museo a Cielo Aperto non dimenticate di
attraversare la strada per visitare la Chiesa della
Fibbia (Tokalı Kilise), 50 m più in basso in
direzione di Göreme e accessibile con il medesimo
biglietto
Si tratta di una delle chiese più grandi e più belle di
Göreme, con una cappella sotterranea e un favoloso ciclo
di affreschi restaurati, più narrativo che liturgico. Vi
si accede dalla ‘vecchia’ cappella risalente al X
secolo, traversando una sala dal soffitto a botte con
affreschi raffiguranti la vita di Cristo.
Si tratta in realtà della fusione di ben quattro chiese
e cappelle, costruite in successione ed è giustamente
famosa per l’abbondanza e la qualità degli affreschi che
rivestono le volte e le pareti. Nella vecchia chiesa,
dalla semplice struttura a una navata, si ammira un
lungo ciclo della vita di Cristo, con una citazione per
la visita dei Magi, la fuga in Egitto, il battesimo nel
Giordano, l’ultima Cena e la discesa al Limbo. La
chiesa nuova ha una struttura più complessa e
basilicale, con archi, colonne, navate e absidi. Gli
affreschi hanno il blu come colore dominante. Il ciclo
cristologico occupa diversi spazi con scene di diversa
ampiezza: il sottarco con le scene dell’annunciazione,
della visita a Elisabetta, della Natività e dell’omaggio
dei Magi; il frontone con il battesimo, le tentazioni
del deserto e la pesca miracolosa; e poi le scene della
trasfigurazione, della crocifissione, dell’ordinazione
dei primi diaconi e della missione degli apostoli. Di
particolare valore storico è il ciclo della vita di San
Basilio, padre del monachesimo orientale.
Anticamente le cavità nel pavimento ospitavano alcune
tombe, che furono portate via dai greci cristiani
durante lo scambio di popolazione tra Grecia e Turchia.
|
Sarnıç Kilisesi (chiesa della cisterna)
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Sopra: Sarnıç
Kilisesi, affresco parete- |
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Sopra:
Sarnıç Kilisi, affresco soffitto. |
La Chiesa Sarnıç, una delle quattro chiese situate nella valle di
Zemi, che si trova nella parte orientale del quartiere
Nevşehir a Göreme e si estende fino al Museo
all'aperto di Göreme, risale all'XI secolo. Risale al sec. Situata a
17 chilometri dal centro di Nevşehir e a 200 metri dalla chiesa
di Karabulut, la chiesa della Cisterna fu utilizzata come
cisterna per un periodo storico. Gli affreschi che erano sott'acqua
furono danneggiati perché anticamente venivano utilizzati come
cisterna. Sebbene ci siano tracce d'acqua sugli affreschi sopra
l'acqua, si afferma che i loro colori sono vibranti e che è una
chiesa che vale la pena vedere. Sebbene la Chiesa Cisterna sia
generalmente una parte del complesso monastico, si afferma che la
sua differenza dagli altri complessi è che le stanze scolpite
situate vicino alla chiesa hanno una pianta armoniosa e un cortile
comune.
La chiesa fu costruita secondo una struttura con unica abside
e volta a botte. Si afferma inoltre che la prima
caratteristica sorprendente degli affreschi della chiesa sono le
raffigurazioni di santi dipinte all'interno dei medaglioni. Quando
si esamina l'interno della chiesa, si nota
che vi sono ricchi pigmenti blu e rossi, raffigurazioni narrative,
antichi profeti ed enormi arcangeli,
raffigurazioni delle scene della Chiesa della Cisterna, Deesis,
Annunciazione a Maria, Nascita di Gesù, Ultima Cena, Tradimento di
Giuda, Crocifissione di Gesù, Battesimo, Matamorfosi e Pantecoste.
Dalle raffigurazioni si sa che l'Ultima Cena si trovava nella metà
settentrionale e nella parte occidentale del ton. Inoltre si precisa
che l'iscrizione sul lato destro della scena recita La Cena degli
Apostoli.
L'antica chiesa ebbe una seconda vita sotto forma di cisterna agricola.
Il fatto che la chiesa si trovasse all'inizio della Valle Zemi
rendeva la chiesa un ideale serbatoio per la raccolta dell'acqua e,
chiudendo una saracinesca, i contadini lasciavano che l'acqua
si accumulasse nella cisterna. L'acqua
immagazzinata all'interno della chiesa danneggiò gli affreschi della
Pentecoste e dell'Ultima Cena cancellandoli.
Il suo utilizzo idraulico è,
ovviamente, deplorevole, anche agli occhi dei turchi locali di oggi.
Tuttavia, questa è storia: le persone si adattano e si ripropongono
man mano che gli imperi vanno e vengono. I costruttori originali
volevano adorare. Successivamente le persone cercarono di coltivare
cibo. I popoli moderni ora visitano la Chiesa della Cisterna per
sperimentare una connessione unica con la natura e la storia. Questo
spazio cattura le diverse pulsioni di tutti gli esseri umani e narra
la lunga storia della Cappadocia.
La Valle di Zemi
La valle che attualmente risulta meno indagata, ma anche meno
intensamente “scavata”, è la Zemi Vadisi , separata dalla Göreme
Vadisi dalla stretta dorsale (sırtı)
di Kızılhöyük, residuo della incisione valliva dei due torrenti
(deresi) convergenti. Tuttavia, anche qui si trovano
notevoli opere rupestri di varia tipologia.
El Nazar Kilise (Chiesa del
Malocchio
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El Nazar
Kilisesi |
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El Nazar
Kilisesi |
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El Nazar
Kilisesi |
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El Nazar
Kilisesi |
Ricavata in una delle onnipresenti formazioni rocciose di forma
conica, la chiesa dall’interno affrescato a
colori vivaci risale al X secolo ed è stata restaurata con cura. Per
trovarla seguite il sentiero segnalato per la Valle di Zemi nei
pressi di Müze Caddesi.
La chiesa di
El Nazar è una delle chiese rupestri più iconiche della Cappadocia.
Scolpita in un isolato camino delle fate, la chiesa si trova in una
valle surreale. Questa chiesa raramente visitata è un'ottima
destinazione.
Questa
chiesa risale alla fine del 900, periodo di espansione politica
bizantina e rinascita culturale. El Nazar è una chiesa rupestre
della Cappadocia abbastanza tipica sotto molti aspetti: una piccola
chiesa affrescata a forma di croce, scolpita in un camino delle
fate. Eppure l'ambientazione iconica e alcune caratteristiche uniche
contraddistinguono El Nazar.
Lo stile
pittorico di El Nazar è morbido e piacevole. Su uno sfondo blu
scuro, l'artista ha utilizzato colori tenui rossi e verde chiaro.
Ciò conferisce una sensazione morbida e pastello allo spazio
interno. Restano gli affreschi solo nelle porzioni superiori.
El Nazar
comprende file di santi sotto gli archi e lungo le sezioni
inferiori. La chiesa contava originariamente più di cento santi, di
cui ne restano sessantadue. I volti lunghi, piatti e seri creano un
aspetto simile a un cartone animato nei dipinti. La scrittura è
limitata all'interno della chiesa. Alcuni santi sono etichettati per
nome.
El Nazar è
una chiesa cruciforme a cupola. La sezione centrale ha una cupola
centrale e quattro bracci si estendono. La forma geologica unica di
questo camino delle fate verticale limita le dimensioni della chiesa
di El Nazar. L'interno misura 7 metri per 7 e non è presente alcun
vano d'ingresso (nartece).
Le braccia
trasversali non sono simmetriche. Il braccio sinistro (nord) ha un
ripostiglio adiacente, ma il braccio destro (sud) ha un piccolo
ascesso rotto. Entrambe le estensioni sembrano parte del lavoro di
progettazione originale.
L'area del
santuario principale presenta Maria seduta su un trono a forma di
lira (arpa a forma di U). Il Cristo Bambino siede su ogni grembo. La
mano scura sopra la testa di Maria rappresenta la protezione e la
benedizione di Dio. Accanto a Maria ci sono due arcangeli e due
figure non identificate (forse diaconi o martiri). La presenza di
Maria in un ascesso è rara per le chiese rupestri della Cappadocia.
El Nazar è
stato progettato per fare della cupola il suo elemento centrale. Con
poche finestre, le chiese rupestri della Cappadocia sono
naturalmente buie. La luce entra lateralmente dall'ingresso e
illumina l'abside, rendendola lo spazio più visibile e prominente.
La cupola e i bracci sono molto meno illuminati, ma quello di El
Nazar presenta una finestra sopraelevata che illumina la cupola.
Tale architettura enfatizzava l'opera d'arte della cupola, un
affresco dell'ascensione di Cristo al cielo quaranta giorni dopo la
sua risurrezione. La Bibbia spiega: “Mentre gli apostoli guardavano,
Gesù fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi.
Mentre egli se ne andava ed essi guardavano verso il cielo,
improvvisamente si presentarono loro due uomini vestiti di bianche
vesti» (Atti 1:5–6). Gesù risorto siede in un sacro medaglione, che
quattro angeli sollevarono dai bordi. A Gesù Ai piedi, Maria è
affiancata da due angeli. Le altre dodici persone sono gli apostoli
di Gesù. Guardano perplessi mentre il loro Signore si allontana
verso il cielo.
Le due
braccia di El Nazar giustappongono la nascita e la morte di Gesù.
Nella teologia ortodossa, l'incarnazione (la nascita di Dio come
essere umano) e la crocifissione/resurrezione (la rinascita
dell'umanità) erano momenti cruciali nella salvezza divina.
Il braccio
destro racconta in otto scene l'incarnazione di Gesù. La storia
inizia con l'annunciazione sul tetto arrotondato sopra il piccolo
ascesso. Un angelo dice a Maria: "Concepirai un figlio, lo darai
alla luce e lo chiamerai Gesù" (Lc 1,30). Il racconto prosegue
sulla parete piana (lunetta) con la nascita vera e propria di Gesù.
Maria giace distesa Su un tappeto reale ornato, e Gesù giace
all'interno di una culla decorata. Qui l'artista ha gestito male lo
spazio, quindi ha compresso la scena della nascita in un'area
sottodimensionata. Poi, di fronte all'annunciazione, due ostetriche
bagnano Gesù in una vasca ingioiellata. Intanto i pastori con i loro
animali vengono a trovare Gesù. Le quattro
scene successive avvolgono la sezione centrale del braccio sud.
Sotto la scena dell'annunciazione c'è Gesù Aynalı Kilise (Chiesa dello Specchio)
Dall’ingresso del Museo a Cielo Aperto, risalendo per 1 km Müze
Caddesi si incontra il sentiero segnalato che conduce all’Aynalı
Kilise. La cappella principale è decorata con semplici motivi
geometrici in ocra rossa, ma l’aspetto più affascinante della visita
è inoltrarsi nella rete di strette gallerie che collegano tra loro
le camere scavate nella roccia.
Saklı Magara Kilise (Chiesa della Grotta Nascosta)
Nei pressi di Müze Caddesi un cartello giallo indica la
strada per la Saklı Kilise, scoperta soltanto nel 1956. Una volta
giunti in cima all’altura, seguite il sentiero che prosegue a
sinistra e cercate i gradini che scendono verso destr
Subito dopo il Tourist Hotel, andando verso il museo all'aperto di
Göreme, sulla destra troverete il cartello che la indica. Dalla
strada salite delle scale e poi salite sul sentiero tenendo sempre
la destra, la troverete sotto di voi e dovrete scendere quindi
ancora qualche gradino...non per niente si chiama la "chiesa
nascosta". Vale la visita per la curiosità dei suoi affreschi, della
fine del XII secolo, sono infatti i primi nei quali appare il
paesaggio della Cappadocia anche se in forme stilizzate.
Selime e il suo monastero e castello (cathedral)
Sotto: percorso tracciato da
Semih Çalışkan
e seguito dal gruppo coordinato da Simone Petralli.
Clicca sul logo Wikilok per il pieno schermo.
Numerose immagini del
percorso. |
|
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sopra:
Castello di Selime o Cattedrale |
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Sopra:
Sala 1 |
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Interno |
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Interno |
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Interno |
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Interno |
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Sopra:
Basilica ed abside |
Geologia
Selim; è uno dei camini del vulcano del monte Hasan
3258 m, del monte Melendiz 3000 m, del monte Göllü 2650 m, che
divenne attivo circa 10 milioni di anni fa nel periodo del Miocene superiore. Si tratta di una regione dove il materiale
precursore sono i tufi freddi che escono e ricoprono una vasta area,
poi i tufi che vengono a contatto con il calore vulcanico, e poi i
materiali che sgorgano dai crateri e si diffondono sulla pianura e
formano uno strato di un certo spessore, è qui. Gli eventi naturali
che si sono verificati nel corso di molti milioni di anni
"l'erosione; i terremoti, la differenza di temperatura annuale, la
neve, la pioggia, il vento e il [[ruscello Melendiz] che passa nelle
vicinanze]] hanno fornito a questa regione un magnifico aspetto
naturale. |
C'è molta confusione sul c.d. monastero di Selime.
La guida Lonely Planey ne accenna brevemente all'interno della Valle
di Ihlara (Ihlara Vadisi). Su GMaps sono indicati due punti
differenti chiamati Castello (o Cattedrale) e
Monastero (Selime Monastir). La confusione nasce dalle
denominazioni differenti in lingua inglese ed italiana. La miglior
descrizione è:
www.cappadociahistory.com/post/selime-castle.
Il monastero è una stupefacente struttura rupestre
che comprende una grande cucina con un altissimo camino, tre chiese,
stalle con mangiatoie ricavate nella roccia e altre tracce della
vita condotta nell’antichità.
Selime è un vjllaggio (belde) con una popolazione è di 1.796 abitanti (2021).
In questi camini delle fate vivevano i cristiani in
fuga dai romani. Quando il cristianesimo fu accettato a Roma, qui
furono costruite chiese e cattedrali. C'è un castello su una
collina. i bizantini combatterono Ali Pasha della dinastia
selgiuchide in questo castello. Ali Pasha divenne un martire. Per
lui fu costruita la tomba di Selime.
Il castello di Selime è il più grande e elaborato complesso di
grotte della Cappadocia. L'insediamento bizantino a più livelli
comprende un'enorme cucina, due sale, una chiesa
basilicale e altre stanze scolpite attorno a due cortili
adiacenti. Le dimensioni enormi e la posizione prominente indicano
l'importanza del castello di Selime, che fu costruito nel 900.
Il castello di Selime (in turco, Selime Kalesi) si trova tra
i villaggi di Selime e Yaprakhisar, all'estremità
meridionale della valle di Ihlara. Il sito è un museo ufficiale che
richiede un biglietto d'ingresso. Il sito è incluso
nel Turkye Museum Pass.
Cortili
Il complesso è situato in alto su una parete rocciosa, circa 50
metri sopra il fiume Menderes. Questa posizione è facilmente
difendibile e offre una vista dominante sulla valle.
Le stanze iniziali alla base della scogliera, a sinistra del
sentiero, sono le stalle. I visitatori lasciavano qui i loro
cavalli, quindi salivano attraverso il lungo tunnel curvo.
Questo ingresso massimizzava la sicurezza e lo status del complesso.
Dall'area di ingresso, una ripida scalinata a
tunnel conduce al cortile inferiore.
Questo primo cortile contiene
le principali aree abitative (cucina, bagno e sala n. 1). Più a est
e leggermente più in alto, un secondo cortile contiene la sala più
elaborata e le chiese e avrebbe avuto un muro difensivo. I livelli
multipli, le elaborate decorazioni murali e le viste imponenti del
castello di Selime replicavano e perpetuavano la gerarchia sociale
degli abitanti.
Il complesso a doppio cortile si estende per oltre 100 metri sulla
parete rocciosa. Sebbene gli interni siano elaborati, gli esterni
non hanno una disposizione generale o una facciata prominente. Il
sito probabilmente si è sviluppato nel tempo; le persone hanno
aggiunto stanze ad hoc man mano che le finanze diventavano
disponibili. Cucina
La grande stanza sul lato ovest (sinistro) del cortile era una
cucina. La facciata decorata (solitamente per le cucine della
Cappadocia) attira l'attenzione. I cuochi usavano i forni a forma di
fungo per cuocere il pane sul ripiano superiore. Grandi fosse
Tandir (tandoori...)
nel pavimento sostenevano una grande pentola di ferro. Il fuoco
ardeva all'interno della fossa mentre la fessura laterale ossigenava
il fuoco e consentiva al cuoco di alimentare i carboni.
L'alto
soffitto a piramide con un camino centrale nel tetto consentiva al
fumo di uscire dalla stanza. L'alta fila di nicchie ornate e le
grandi nicchie a muro fungevano da scaffalature. Le grandi
dimensioni (8 m per 8 m) e le numerose stanze annesse indicano che
in questo complesso viveva una popolazione numerosa. La cucina è molto
lontana dagli spazi abitativi e dalle chiese, un aspetto tipico
degli insediamenti della Cappadocia.
Diversi locali di servizio si estendono dalla parete posteriore. Un
telaio a fossa si trova nella stanza dietro la cucina (e nelle due
sale). Un tessitore si sedeva contro il muro con i piedi nella fossa
rettangolare. I fori dei pali intorno alla fossa sostenevano la
struttura in legno del telaio di fronte al tessitore. Era così che
la comunità locale produceva tessuti.
Sala n. 1
Il castello di Selime ha due sale importanti collegate da un sottile
tunnel. La prima sala (etichettata "Monastero") si trova
direttamente prima dell'ingresso del tunnel. Questo ampio spazio (14
m per 8 m) ha un tetto piano e un design unico a due livelli. La
sezione inferiore ha sei nicchie ad arco, ciascuna con una nicchia
ad arco e una panca per sedersi e dormire. Solo in una nicchia (al
centro a destra) il letto è sopravvissuto intatto. Il porticato del
livello superiore si apre su una galleria avvolgente, accessibile
tramite una scala nell'angolo posteriore. Il porticato superiore
contiene spessi archi a ferro di cavallo mentre il lato sinistro ha
una bassa barriera protettiva.
La sala è stata riutilizzata dopo il decimo secolo. Gli occupanti
successivi hanno scavato diverse fosse per
il Tandir (tandoori...) e mangiatoie per gli animali.
Sala n. 2
La seconda sala con volta a botte ha proporzioni gigantesche: 17
metri di profondità, 6 metri di larghezza, 8 metri di altezza.
Questa era la sala principale per ricevere i visitatori e condurre i
pasti cerimoniali. L'alta finestra ad arco e l'ampia porta
consentono un'illuminazione abbondante. Un gradino divide la lunga
sala (visivamente e socialmente) in due sezioni. La sezione
superiore, riservata ai membri più onorati, conserva un'arcata cieca
su spessi pilastri, imitando così la galleria superiore dell'altra
sala. L'intera sala è stata intonacata, con diversi strati nella
metà superiore. Il tetto nero è il risultato di successive fosse di
cottura. Sul retro della sala c'è una stanza a forma di croce con una croce
intagliata sul soffitto. La stanza, con un bagno privato nel tunnel,
aveva grandi porte a battente che consentivano al capofamiglia sia
la privacy (per mangiare o dormire) sia un ingresso cerimoniale
nella sala principale.
Il portico esterno di 10 metri della sala si estende in avanti per
tre metri. L'architrave della porta (finta) e l'intaglio ornato
segnano lo spazio formale.
Chiesa Basilica di Selime
La chiesa basilicale (etichettata "Cattedrale") nel cortile
superiore è una delle chiese più grandi e articolate della Cappadocia. Sulla base di dipinti murali, la chiesa (e, quindi, il
complesso) risale ai primi anni del 900.
La chiesa in stile basilicale ha due arcate che dividono tre navate.
Le caratteristiche architettoniche indicano grande abilità e
pianificazione. I pilastri alternano pilastri quadrati e colonne
rotonde. Ogni pilastro presenta una base e un capitello monumentali.
Inoltre, la chiesa è stata posizionata per ospitare una finestra in
due absidi. Sopra le arcate, un soffitto a volta a botte scaturisce
dalla modanatura. Le navate laterali contengono archi ciechi e
terminano con absidi uniche.
L'alta abside è incassata e sollevata di un gradino rispetto
alla piattaforma del nartece. I resti di più avvallamenti per la
tramezza dell'iconostasi appaiono sopra l'abside. Due cornici
suddividono l'abside in tre registri. La conca superiore raffigura
Cristo in gloria: Gesù e le schiere celesti in piedi sotto di
lui. Gli apostoli, che fiancheggiano la finestra ad arco, sono in
piedi nella sezione centrale. Il registro inferiore ha un trono
cattedra e una panca synthronon per i leader della chiesa, che si
sarebbero seduti tra i Padri della Chiesa sulla parete inferiore.
La navata centrale aveva intonaco liscio e immagini dipinte. Sono in
cattive condizioni e ne rimangono solo deboli contorni. Motivi a
diamante e a picche delineano le caratteristiche architettoniche
sulle pareti laterali, conferendo un'aria regale allo spazio. Scene
della vita di Gesù e Maria riempiono i registri superiori sul
soffitto. Ogni soffitto ha cinque santi in tondi.
La chiesa presenta diverse caratteristiche uniche presenti nelle
chiese georgiane: il trono tagliato in un pilastro, i motivi
alternati dei pilastri e la scena del donatore sopra la porta.
Queste caratteristiche compaiono nelle chiese georgiane del X
secolo, ma in nessun altro luogo della Cappadocia.
Il grande pannello del donatore appare sopra la porta (parete
ovest). L'immagine è difficile da vedere, sollevata in alto sul muro
e danneggiata dal fumo. La figura centrale con l'aureola è la
Vergine Maria. Stende le mani per benedire le figure su ciascun
lato. Le sue mani poggiano sulle loro teste, un'incoronazione
simbolica (o protezione), spesso presente nelle immagini imperiali.
Le vesti raffinate dei patroni confermano la loro identità
aristocratica. Quattro figure più piccole (probabilmente parenti dei
patroni della chiesa) compaiono su ciascun lato del gruppo centrale.
Anche il nartece della chiesa era intonacato e dipinto.
Un'iscrizione estesa è dipinta sulla modanatura sopra una tomba a
nicchia a sinistra dell'ingresso. Il poema funerario greco
(anch'esso a Eğri Taş a Ihlara) mette in guardia i lettori sui
pericoli del denaro: "Non lasciarti ingannare dal desiderio di
ricchezza; l'amore per il denaro ha distrutto molti, perché questa
carne è terra e argilla". Tali aforismi appaiono spesso vicino alle
tombe bizantine.
Accanto alla chiesa c'è un singolo camino delle fate con tre stanze
ornate (ma non correlate). La stanza inferiore (etichettata
erroneamente "Cappella"), su una lunetta posteriore, ha due creature
simili a uccelli che guardano un pilastro centrale. Nella stanza più
in alto, un soffitto con registri di arcate cieche si inclina verso
le cupole a costoloni. Questi spazi erano destinati a vivere e
dormire. Fonti:
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