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Pamir 4x414-28 settembre 2019con Marco Vasta ed AnM sul "tetto del mondo", tra natura e popoli dell’Asia Centrale su i monti del Pamir lungo i confini con l'Afghanistan
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[ Diario intimo ] [ Shurali ] [ Karakul ] [ Che tempo fa ] [ Una leggenda ] [Cronistoria ]
Il tratto che ci aspetta è quello che più mi preoccupa. Ho già vissuto l'esperienza della strada bloccata da frane od esondazioni del Bartang. Al nostro gruppo era andata bene e con la fortuna e la protezione dello stellone d'Italia che assiste i viaggiatori avevamo risolto il problema, ma altri gruppi avevano dovuto cambiare programma. Il Kök Jar è presentato come una delle strada più terribili anche per i fuoristrada. Quando ho accettato l'invito di Lucia a formare un gruppo avevo ben presente questa possibilità. Non mi atterrisce il dover tornare indietro, ma non sopporto le lamentele di chi vuole andare avanti e non accetta gli ostacoli ed i cambi di programma. Poi mi sono detto "proviamo" non è detto che siamo sfortunati e che il gruppo abbia pessimi elementi... Fino ad ora mi è andata bene.
Paghiamo un balzello di due notti nel parco, anche se non capisco la motivazione visto che abbiamo già pagato a Poi-mazor, ma Gulomsho mi spiega perché paghiamo altre notti: sono passati più giorni da allora. A quel punto mi ricordo che in una relazione un gruppo aveva dovuto giustificarsi in frontiera all'uscita per un problema di notti in più nel parco. L'importo inoltre è minimo, quasi irrilevante. Partiamo.
Lasciata Gudara, la "Bartang Highway" si addentra verso nord guadagnando lievemente quota. Poco prima della confluenza del torrente che scende dal Kök Jar, la strada svolta bruscamente verso est ed inizia a salire. I tornanti si susseguono e lo sguardo inizia a spaziare verso nord-ovest lungo la Valle di Tanymas lungo la quale le guide cartacee riportano un’impegnativa escursione al Ghiacciaio Fedchenko, uno dei più lunghi del mondo.
Il torrente scorre in fondovalle. In alcuni punti la strada appare esposta ma la guida non è difficile per guidatori esperti. La salita non è terrificante. I miei timori sembrano ingiustificati. Anche se a metano, le 4x4 salgono senza fatica. Sembrerebbe che i motori non vengano mai messi a benzina e gli autisti (almeno il nostro) non ricorra alle ridotte neppure nei tratti più impervi.
Il Kök Jar, la bestia nera che mi atterriva, si rivela essere solo un punto panoramico (38.66270° N, 72.80795° E, 3.750m). La vista guarda ad ovest nella valle di Tanymas da cui scende il torrente Gudara. Kök Jar non è il valico spartiacque, ma solo un poggio su cui si sale la strada per non addentrarsi nella forra dell'affluente del Gudara e poi inerpicarsi sul pianoro. Dal passo inizia una facile ed ampia discesa di poche decine di metri di dislivello che porta ad uno stazzo (38.66004 N, 72.87584 E) prima del valico spartiacque. Sostiamo a lungo per selfie e fotografie varie. Come sono i ricordi dei viaggi? Indelebili! Come sono i gruppi di AnM? Fantastici! Sicuramente nel nostro viaggio entrambe le affermazioni sono vere...
Tutti i viaggi, tutti i gruppi sono validi, quasi sempre. Il mio medico, con più di cinquanta gruppi alle spalle, sosteneva che le probabilità sono metà e metà, io ritengo che tutto va bene al 99%! Poi mi vengono in mente le telefonate disperate nel cuore della notte (ah! i fusi orari!) di coordinatori (veramente pochi) quasi piangenti e mi ritengo fortunato. Poi il tempo o l'ipocrisia stemperano i ricordi e su FB mi trovo gli stessi partecipanti che avevano messo in crisi il coordinatore descritti come fantastici. Guarda tu se riesci a capire la mente delle persone! Anche questa volta sono stato fortunato.
Viaggiatori, guardie del corpo, autisti, capogruppo e guida al
passo Kök Jar.
Simoni Roberto © 2019
Il jailoo di Kök Jar è una casupola, con un recinto ed una risorgiva nei pressi, ospita stagionalmente alcuni pastori con le loro greggi. Ottima sosta per assaggiare yoghurt, formaggi e pane casareccio. mentre mangiamo compare in cielo un rapace e la pastora corre a prendere i le caprettine più piccole e le rinchiude in una grande gabbia. Ottima panna, yogurt e pane caldo, con l'aggiunta di qualche scatoletta o fetta di salame per chi vuole.
Dalla piana arriva un 4x4 e sostano pure per il pranzo tre francesi. L'autista racconta che ha incontrato i pastori di Jalang che scendevano dal jailoo verso Karakul con gli armenti.
Riprendiamo la navigazione: abbiamo a sinistra ancora l'affluente del Gudara poi il pianoro si ampia, sembra che il torrente scenda da una valle che scorgiamo a settentrione. Altre greggi sono sparse sulla piana desolata e senza accorgercene siamo allo spartiacque. C'è anche un cartello in cirillico. Un altro torrente affianca a nord (sinistra) la pista quindi non è facile comprendere dove sia l' Аильутек Ailitek (ali = passo) che è il valico spartiacque (38.63618 N, 72.93314 E, 3.780m c.). Il panorama è ampio e grandioso: davanti a noi (est) la vista spazia sulla sottocatena del Muzkol (6128 m) e dello Zartosh (6121 m). Siamo nel bacino idrografico del torrente Kök Ubel (Kökuy-Bel, Кокуйбел, Кокуйбель) che abbiamo già incontrato a Gudara. Su alcune mappe on-line (Open Street Map) figura addirittura una pista che risale la valle da Gudara sino al passo Ailitek. Qui la valle di Kök Ubel in realtà è una piana leggermente degradante. Mi chiedo se siamo nel Pamir orientale poiché lì'acqua finisce nel Bartang. ma è pura curiosità, quello che vedo appaga l'occhio e la mia voglia di spazi.
Poco più a est di Kök Jar, del Jailoo e di Altitek, si trovano i simboli geometrici in pietra di Kök Jar (conosciuto anche come Shurali) che, similmente a Stonehenge, si pensa fossero una sorta di calendario solare risalente a 2500 anni fa. La similitudine si ferma qui ed è solo nella funzione, assolutamente non sono megaliti ma solo geoglifi, consistenti in un antico calendario solare (per convenzione definito "lunare") fatto di grandi pietre, 38.64430°, N 72.91476° E. (38°38'35.84", 72°54'41.86" / 38.64328, 72.91162 / 38°38'38.5"N 72°54'51.6"E / 38.644039, 72.914326).
Il primo gruppo (venendo da Kök Jar) si trova vicino alla confluenza del fiume Kaltatur (toponimo non trovato su nessuna mappa) e comprende quattro figure, una delle quali rappresenta la punta di una freccia. Le dimensioni dei geoglifi in entrambi i gruppi sono lunghe tra 6 e 13 m. La composizione e la costruzione delle figure sono simili. La costruzione inizia con la delimitazione dei confini. La superficie viene quindi scavata a una profondità di 20 - 25 cm e riempita con pietre di piccole dimensioni che servono come base. Le superfici sono per la maggior parte divise in quattro parti per due file di rocce più scure, che fanno capolino dalla superficie di 10-12 cm. Le quattro parti sono piene di rocce (pietre) nere o, in ordine alternato, con quarzite bianca. Il significato e lo scopo dei geoglifi rimane problematico e hanno una varietà di spiegazioni. Le doppie forme triangolari sono state associate alle forme degli animali, in particolare lo stambecco, che si trova su disegni rupestri.
Gli studi astronomici delle figure hanno ha rivelato che una delle figure indica l'equinozio di primavera e autunno. Altre due figure, tra cui una simile a una freccia, indicano il solstizio d'estate e d'inverno. Il piccolo, quasi rettangolare, rammenta una forma umana, ricordando vagamente una testa su un corpo di doppi triangoli.
La maggior parte dei geoglifi dei Pamir orientali sono associati ai kurgan, tombe attribuite ai Saka (periodo tra l'VIII e il III secolo a.C.), il che suggerisce che siano contemporanei.
Il secondo raggruppamento di geoglifi è situato sul secondo terrazza del fiume Shurali ed è composto da 15 figure fatte di doppi triangoli e rettangoli con lati concavi e grandangoli e una figura fallica.
Le indicazioni della brochure del Servizio Archeologico NON riportano le coordinate geografiche quindi la disposizione dei due siti potrebbe essere inversa a come qui indicata. Secondo la Lonely Planet il sito comprende anche una piccola necropoli Saka ed una serie di intricati geoglifi senza confronto nel Pamir, ma probabilmente l'autore confonde con Kalaart (vedi scheda).
Continuiamo nel bacino del Kök Ubel, ma la ondulazione del pianoro non permettono di avere una chiara visione dell'idrografia della zona. Quello di cui sono certo è che ormai siamo su un 'altopiano non più incassati fra le montagne ma viaggiamo su ampi pianori sabbiosi. Il panorama cambia e lo sguardo spazia delimitato ad est dalla catena del Muzcol che da nome alla riserva omonima e che ora si è fatta più vicina. Domani la vedremo dal versante opposto, quello orientale.
Nel mezzo di una discesa scorgiamo arrancare verso di noi un gruppetto di ciclisti! La sorpresa è grande! Due più avanti ed un altro che li segue a breve distanza. Non possiamo che fermarci, aspettarli in un punto piano e complimentarci (38.591433, 73.001739). Se percorrere la M41 sul cavallo meccanico è già una impresa rischiosa, abbandonarla per salire nella polvere desolata di Kök Jar e poi scendere il Bartang è una impresa temeraria, se non folle. I tre sono di varia nazionalità. Offriamo e lasciamo loro acqua in bottiglia e qualche snak. Del resto non possono sovraccaricarsi: hanno tendina, fornelli e devono ancora salire un po'. Si fermeranno a pernottare al jailoo. Congratulazioni!
La strada volta ora verso nord in prossimità di un c.d. cratere (38.553913, 73.09733, 3.607m) che ha più l'apparenza di un inghiottitoio che un cratere meteoritico e concordiamo con Silvestro che esclude che sia scavato da un meteorite. Se procedessimo di un chilometro un po' più verso est troveremmo un secondo cratere più ampio, ma la pista punta nettamente da qui verso settentrione.
Arriviamo in località Dangi (o almeno questo è il toponimo su internet) con la deviazione per Jalang. La pista non risale il Kökyubel ma raggiunge un valico che conduce nella valle rincontrando il torrente poco prima di Jalang ad uno stazzo (38.76342 73.13765).
Venendo da est (senso contrario a questa descrizione) la strada sterrata per Jalang si dirama dalla Strada del Pamir nei pressi di Muzkol e passa a sud del Monte Urtabuz (5047 m). Gli escursionisti allenati e acclimatati possono spingersi fino in cima per un panorama spettacolare del Kara-Kul, ma è indispensabile muoversi con una guida, in quanto passereste gran parte del giorno a cercare la via migliore per salire.
Ed eccoci alla nostra méta Jalang Жаланг (38.77724,73.10313), un bellissimo pascolo estivo (jailoo) per i nomadi kirghisi nella zona. Il programma prevede di trascorrere la notte in una delle yurte. Sulla LP è indicata la yurta di Baba Nazar a Tora Bulak, 4 km prima di Jalang. la brochure indica anche delle incisioni vicino all’aul (campo di yurte) di Jalang, da dove in mezza giornata è possibile salire su un picco alto 5129 m a sud-ovest e godere di una splendida vista sul Pamir.
"Con un paio di guadi e un passaggio su un ponte traballante arriviamo infine a destinazione: il paese di Jalang, dove ci sono un paio di yurte per noi. Solito rito del tè pomeridiano. Il posto è unico. Più tardi ci sarà il ritorno del bestiame con tanti yak e la relativa mungitura. Fa abbastanza freddo e finalmente indossiamo golf e K way; il bagno è ancora più rudimentale ma meglio integrato nel paesaggio: sempre con un buco al centro ma in pietre!"
Dalla relazione Stefania de Vito - 2018
Jailoo di Jalang (Rizzi ©2019) |
Jailoo di Jalang (Rizzi ©2019) |
Formaggio secco (Rizzi ©2019) |
Jailoo di Jalang |
L'anno scorso (2018) un gruppo ha trovato la neve ed è andato avanti fino a Karakul ed anche nel mese scorso alcuni conoscenti hanno trovato qui la neve. Il sole è basso e fa un freddo notevole. le yurte sono state tutte smontate tranne due molto piccole, c'è un casupola piccolissima dove vive la famiglia che sembra incerta se ospitarci. La guida decide di proseguire verso Karakul, quasi nessuno di noi si fermerebbe in questo luogo glaciale.
La sosta ci ha permesso di vedere una lavorazione che non abbiamo ancora incontrato nelle valli "basse", qui siamo sull'altopiano a quasi quattromila metri ed i pastori kazaki mettono a essiccare un prodotto caseario che si riesce a lavorare e conservare nell'aria secca di quassù. Su una impalcatura formata da quattro paletti che reggono un telo, sono disposte dei blocchetti bianchi di "formaggio" essiccato. È il kurut, lo stadio finale della lavorazione del latte, ma potrebbe essere anche il suzma essiccato (se torno, chiedo meglio i nomi locali di questi ciottoli di latte). Spesso viene lavorato fino a farne palline grandi come biglie. Recita la LP: "uno snack durissimo che viene consumato di frequente durante i viaggi perché si conserva molto a lungo. Se non siete sicuri delle condizioni igieniche in cui è stato conservato, grattate via lo strato superficiale". Sull'altopiano tibetano ho visto collane fatte con palline o cubetti di formaggio secco ed anche nel deserto del Sahara ho visto mattonelle di formaggio secco!
Tornati sulla pista, giungiamo ad un un ponte presso una GH (38.71804, 73.20275). È indicato anche un chek-point dei ranger del parco (38.72378, 73.203445) ma non vedo cartelli o controlli. Il Kurun Kul è un lago (ozero) di valico (38.767864, 73.25985) con due emissari. Guardo bene: sono proprio due torrenti che scendono in direzioni opposte! Abbiamo ancora qualche chilometro ma ancora un paio di ore di luce.
Giunti nella piana del Karakul, raggiungiamo la ammiraglia che è ferma per cambiare una ruota: abbiamo la prima ed unica foratura del viaggio, ma Paola fa presente che la nostra vettura ne ha avute due... (ah la memoria).
Una serie di collinette (da 4.00 metri si frappone fra noi e il lago. Vantandomi del mio senso d'orientamento ritengo che sia possibile scorgere anche quella che ho salito lo scorso anno, ma sbaglio, infatti il lago e le vette del Pamir Alaj compaiono solo alla fine, dopo che abbiamo doppiato l'ultima collinetta e siamo già in vista della M41 ed allora si che scorgo la mia vetta... ma non è fra quelle appena costeggiate.
La pista si biforca in un punto nel "nulla" della spianata (38.79771, 73.37379). Entrambi i rami portano sulla M41, a sinistra (nord) è una scorciatoia per il villaggio di Karakul immettendosi poi sulla M41 (38.8193,73.45673) all'inizio di un rettifilo lungo parecchi chilometri, a destra (sud) si va verso Murgab sempre sulla M41, ma la cittadina è ben distante. Non c'è tempo per raggiungerla oggi e dovremmo anche affrontare un passo montano. Più saggio fermarsi.
Karakul (Қарокӯл, Qarokŭl, Karakul', Қарокул, قرهکول, Кара-Көл, Кара-Көл, قرهکول, Қарoкул), a ridosso del lago, è l’unico insediamento degno di nota in questa zona ed è il villaggio dove possiamo alloggiare.
E per la terza volta pernotto alla GH Erin... Avvicinandoci all'insediamento, ritrovo sulla destra la vecchia caserma con la torretta di guardia. C'è del fumo che sale da un comignolo, quindi deve essere ancora abitata. Le case, quasi tutte ad un piano, dono fra la strada asfaltata e le sponda melmosa del lago. Se non avessi guardato GMaps non saprei che ci sono alcuni servizi essenziali, la scuola, la biblioteca presso il Municipio, alcuni negozietti. Sopra le basse casupole bianche spicca una selva di pali in legno che sostengono linee elettriche che vanno in tutte le direzioni.
La terra desolata di Eliot potrebbe essere questa, la solitudine nel nulla... Signore ti ringrazio di non avermi fatto nascere a Kara Kul...
Karakul, 24 settembre 2019
[ 23 Settembre ]
Creato da una meteora circa 10 milioni di anni fa, il Lago Kara-Kul (3914 m) è avvolto in un’irreale quanto misteriosa atmosfera crepuscolare. Il pellegrino cinese Xuán Zàng, che transitò in prossimità del lago nel 642 d.C., lo chiamò ‘il lago del dragone’, e sia Sven Hedin (il geografo svedese che tra il 1892 e il 1935 guidò diverse spedizioni in Asia centrale) sia l’avventuriero austriaco Gustav Krist (che dopo essere stato internato in un campo di prigionia vicino a Samarcanda girò in lungo e in largo la regione) si accamparono in seguito sulle sue rive. I kirghisi del posto chiamano questo lago, dalle acque scure e senza vita, Chong Kara-Kul (grande lago nero), paragonandolo al Kishi Kara-Kul (piccolo lago nero) situato lungo la Strada del Karakoram in Cina, ai piedi del Muztag Ata. Sebbene sia lievemente salato, il lago ghiaccia ed è coperto dalla neve fino alla fine di maggio.
Il lago è in russo, Караку́ль, toponimo che talvolta viene usato per indicare il villaggio, in tajico Қарокӯл derivato del turco «чёрное озеро», ovviamente "lago nero" che ha sostituito l'antico toponimo tajico di Siob, ed in kirkiso pure "lago nero".
Il Karakul si trova all'interno di una depressione circolare interpretata come un cratere da impatto con un diametro 52 chilometri, Il cratere è relativamente recente: la sua età è stimata variamente come 25 Ma o almeno di 23 Ma, ma più probabilmente probabilmente nel Pliocene (da 5,3 a 2,6 Ma). Anche il database di impatto sulla terra (EID) lo elenca più giovane di 5 Ma o durante il Pliocene. È più grande dell'impatto di Eltanin (2,5 Ma), che è già stato suggerito come concausa al raffreddamento ed alla formazione della calotta glaciale nell'emisfero settentrionale durante il Pliocene.
La struttura dell'impatto Karakul è stata identificata per la prima volta intorno al 1987 attraverso studi di immagini prese dallo spazio. Erroneamente alcune guide (come la Brandt) riportano il nome di Vittoria, ma in realtà questo nome venne proposto per lo Zurkul al quale, in un comprensibile scambio, venne attribuito il nome di lago nero.
Proprietario |
Homestay Guest House |
Telefono | Note |
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Erkin GH Мехмонхона |
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Pernottato tre volte qui 39.01096 , 73.55966 |
Han (cinese) |
Karakul Guest House Гостевой дом Кара-кул |
+99 2900 017 864 |
Forse è la Erkin con un altro nome |
Saadat Kasimbekova |
Saadat HS |
906 553 626 |
La più vecchia HS a Karakul |
Tildekhan Kozubekova. |
Tildekan HS |
906 554 631 |
La più frequentata |
Aimhan Shaidellaeva |
Aigerim HS |
906 553 609 |
39.01379 , 73.56187 |
Chep HS |
906 553 644 |
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Ibragim |
Ibragim HS |
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Mendigui |
Mendigui HS |
Disposizione schematica delle guest house. La Erin c'è ma con altro nom...
A Karakul - Қарoкул si trova un clima freddo e temperato. Esiste una piovosità significativa durante tutto l'anno. Anche nel mese più secco si riscontra molta piovosità. La classificazione del clima è Dfb come stabilito da Köppen e Geiger. -3.0 °C è la temperatura media. La media annuale di piovosità è di 269 mm.
Il mese più caldo dell'anno è Luglio con una temperatura media di 10.5°C. La temperatura più bassa di tutto l'anno è in Gennaio, dove la temperatura media è di -18.8 °C.
La differenza tra le precipitazioni del mese più secco e quelle del mese più piovoso è 29 mm. Nel corso dell'anno le temperature medie variano di 29.3 °C.
Settembre è il mese più secco con 11 mm. In Maggio cade la maggior parte delle precipitazioni, con una media di 40 mm.
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Gen | febbraio | marzo | aprile | maggio | giugno | luglio | agosto | settembre | ottobre | novembre | dicembre |
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Temperatura media (° C) |
-18,8 | -16,8 | -9.9 | -2 | 2.5 | 6.8 | 10.5 | 10.4 | 5.4 | -1.1 | -8.1 | -14,6 |
Temperatura minima (° C) |
-23,3 | -21,1 | -13,6 | -6.3 | -2.4 | 1 | 3.9 | 3.7 | -1.2 | -6.7 | -12.5 | -18,4 |
Temperatura massima (° C) |
-14,2 | -12,4 | -6.2 | 2.3 | 7.5 | 12,7 | 17.1 | 17.1 | 12 | 4.5 | -3.7 | -10,8 |
Temperatura media (° F) |
-1.8 | 1.8 | 14.2 | 28.4 | 36.5 | 44.2 | 50,9 | 50,7 | 41.7 | 30,0 | 17,4 | 5.7 |
Temperatura minima (° F) |
-9.9 | -6.0 | 7.5 | 20.7 | 27.7 | 33.8 | 39.0 | 38.7 | 29.8 | 19.9 | 9.5 | -1.1 |
Temperatura massima (° F) |
6.4 | 9.7 | 20.8 | 36.1 | 45.5 | 54,9 | 62,8 | 62,8 | 53,6 | 40.1 | 25.3 | 12.6 |
Pioggia (mm) |
19 | 19 | 31 | 29 | 40 | 28 | 22 | 15 | 11 | 18 | 15 | 22 |
“Faceva molto caldo quando un viaggiatore arrivò al posto chiamato Kol Bashy ("La foce del lago") sul Lago Karakul. Il viaggiatore era arrivato da lontano ed era stanco, così levò la sella dalla sua giumenta per lasciarla pascolare. Anche lui si riposò sull'erba accarezzato da una leggera brezza che soffiava dal lago e presto si addormentò.
All'improvviso, qualcosa lo svegliò. Balzò in piedi e notò uno stallone grigio, che presumibilmente era fuggito, vicino alla sua cavalla. Tornò a dormire e poi fece cena prima di riprendere il viaggio. Chiamò la sua cavalla senza successo, allora la rincorse e lottò un po' per prenderla e sellarla prima di partire.
Alcuni mesi dopo la sua giumenta diede alla luce un puledro grigio, come quello che avea visto al lago Karakul. Il puledro divenne forte e fu presto il miglior corridore della regione. Tutti nella zona riconoscevano il mantello grigio d erano stati stupiti dalla sua bellezza e statura. Il proprietario, divenne orgoglioso, vide un'opportunità per possedere altri puledri. Così sellò ancora una volta la giumenta e il suo nuovo puledro e si mise in viaggio verso Karakul per cercare lo stallone.
Tornò al lago nello stesso punto e liberò i cavalli, poi si nascose. Tuttavia, presto si addormentò prima di essere svegliato da uno strano rumore. Aprì gli occhi per scrutare le onde sul lago. Al crepuscolo, scorse di nuovo lo stallone grigio, ma questa volta stava uscendo dalle onde del lago. Arrivò a riva, quindi attirò la giumenta e la montò prima che tutti e tre tornassero nel lago, scomparendo rapidamente tra le onde."
"Legends of Sarykol" di Sultan Parmanov e Suyuntbak Tajidinov, 2007
La popolazione ama credere che il cavallo grigio viva ancora nel lago.
Partenza | Arrivo | Alt. Min. | Alt. max. | Disl. Tot - | Disl tot + | Distanza |
8:10 | 18:20 | 3.011 | 4.100 | 1.001 | 1.907 | 168,850 |
Part. | Arrivo | Località |
Lat Long |
Km | Prog | Prog |
07:00 |
Colazione |
0 | 0 | 856 | ||
08:10 | Partenza. Lasciamo Gudara dopo aver pagato le due notti nel Parco (Gudara e Jalang 20x2 pax) | 38.41307, 72.678246 | ||||
08:35 | 08:45 | Prima sosta fotografica. Ne faremo molte altre. | ||||
11:10 | 11.30 | Kök Jar (verde passo) 3.750m non è il valico spartiacque ma solo un passo che permette di non percorrere il fondovalle della la gola. | 38.66270, 72.80795 | 38,400 | 38,400 | |
11:55 | 12:50 | Sosta pranzo a quota 3710. Casupola (jailoo) | 38.66003, 72.87575 | 6,630 | ||
13:20 | Valico Ailitek (?) | |||||
13:30 | 13:45 |
Calendario lunare. Sito archeologico di Shurali. |
38.64430, 72.91476 38.644039, 72.914326 |
3,990 | ||
Аильутек Ailitek (ali = passo) è il valico spartiacque. (Geo da OSM) |
38.63618, 72.93314 | 1,990 | ||||
14:00 | 14.10 | Incontro con tre ciclisti in salita!!! | 38.591433, 73.001739 | |||
14:25 | 14:44 | Crateri. | 38.55391 , 73.09733 | 18,700 | ||
15:46 | Bivio per Jalang (3919m) |
38.72604 , 73.20204 |
23.000 | |||
Stazzi | 38.76432 , 73.13765 | 8,240 | ||||
16:17 | 16:31 | Jalang Solo una yurta (inizio rilevamento percorso 38.77359, 73.11153). | 38.77724 , 73.10313 | 7,000 | ||
Ponte presso una GH (yurtstay) | 38.71804 , 73.20275 | 15,000 | ||||
Lago di valico Ozero Kuruk-Ku (Shukur, Ozero Kuruk-Ku, Ozero Kuruk-Ku, Shukur) con due emissari | 38.767864, 73.25985 | 8,140 | ||||
Entriamo nel bacino endoerico del Karakul | ||||||
Sosta foratura | 38.79771 ,73.37379 | 11,150 | ||||
Foratura in velocità a 8 km dalla M41. |
38.55391 , 73.09733 | |||||
M41 | 38.8193 ,7 3.45673 | 12,500 | ||||
16:31 | 18:20 | Arrivo a Karakul. Ufficiale ora kirkisa, ma usiamo la Tajika. GH Erkin. | 39.01096 , 73.55966 | 23,000 | 170 | 1.026 |
19:20 | 20:20 | Cena | ||||
20:40 | Notte |
Sotto: da Gudara a Karakul. Clicca sul logo Wikilok per ingrandire e vedere il profilo altimetrico.
Sotto: il cratere fra Shurali e Jalang.
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