il sito di marco vasta

lento pede ambulabis


Dove siamo stati ] Redazionale AnM ] Prima di iscriverti ] Come iscriverti ] Chi c'è stato... ] Visti ] Meteo ] Mal di montagna ] Pamir ] Percorso e mappe ] Satellitare ] Documenti ] In biblioteca ] Marco nei Pamir ] Link ]


Pamir 4x4 - Bām-i dunyā

14-28 settembre 2019

con Marco Vasta ed AnM sul "tetto del mondo", tra natura e popoli dell’Asia Centrale su i monti del Pamir lungo i confini con l'Afghanistan


Murgab - Karakul - Sari Tash

Precedente ] Successiva ]

Karaart ]

 

Alba dal Pamir Hotel (26 settembre 2019)

Diario intimo

Alba radiosa. Il sole spunta dietro un dosso sull'altro bordo della piana di Murgab e ai mattinieri che hanno le finestre sulla facciata del Pamir Hotel offre lo spettacolo del primo giorno della creazione. Il nostro astro rimane nascosto alla vista ma illumina dapprima la vetta del Muztag Ata e poi i suoi pendii che intravediamo lontani verso nord est.

Partenza da Murgab non troppo tardi per poter compiere con calma le operazioni di uscita dal paese e di ingresso in Kirghisistan che potrebbero essere lunghe.

A nord di Murgab, la strada oltrepassa le deviazioni per la Valle di Pshart (6 km) dove sono stato l'anno scorso. Il jailoo che avevamo raggiunto in 4x4 era stato il primo che visitavamo, quindi aveva il fascino della scoperta, ma la camminata proposta dal redazionale si era rivelata la più dura e la meno interessante.

Poi sempre sulla sinistra ai limiti della pianura, si scorgono i capannoni della Biostantsiia Chiechiekty (38.340624, 74.014807); secondo una delle mie guide era un complesso di laboratori sull'uranio, avrei i miei dubbi, ma in effetti verso il confine con il Turkestan ho visto le grandi trincee di prospezione dei ricercatori sovietici e con un buon tele (il binocolo rimane sempre a casa...) anche i campi di lavoro cinesi nella fascia appena conquistata.

Poco dopo il bivio per Rang-Kul (24 km), troviamo il tempo per fotografare l'infinito reticolato della linea interna, più arretrata rispetto al confine cinese. In alcuni punti la staccionata sormontata da filo spinato corre a meno di 20 m dalla strada. Credo che noi occidentali abbiamo considerato il blocco russo-cinese come una entità monolitica, ma è dagli anni sessanta che non lo sono più.

Affiancata dal grande reticolato costruito dall'URSS contro la Cina, la strada prosegue e torniamo sulla sponde del Kara Kul. Le aree a sud ovest ed a sud del lago sono indicate come Karghushi Pamir, e prendono nome dal passo Khargush che mette in comunicazioni questo Pamir con la valle del Bartang ad ovest, ma la toponoastica non è sempre chiara perché c'è un toponimo simile "passo Kargush" che mette in comunicazione l'altopiano di Alichur con il Wakhan (misetri della fede...). Non posso che citare nuovamente Kapuściński:

«....a causa del clima micidiale il filo spinato si deteriorava ed andava sostituito di frequente per centinaio anzi migliaia di chilometri, c'era da supporre che buona parte della industria metallurgica sovietica fosse destinata alla produzione di filo spinato».

in Imperium, Ryszard Kapuściński

 

Ricordo una immagine di Life con le truppe cinesi schierate sulla riva di un fiume Amur (da non confondersi con l'Amur Daria nel cui bacino idrografico ora siamo) che li divideva dall'orso russo, forse era presso la isola di Zhēnbǎo Dǎo quasi alla confluenza di Amur ed Ussuri nel 1969.

Come regalo dell'esami di terza media avevo chiesto un abbonamento a Life e fra le immagini che ricordo spicca anche quella dei cinesi dietro una roccia che sporgendosi a mezzo busto guardavano verso le linee indiane in Ladakh. Potrei confondermi con i reportage di Epoca, dove per altro scriveva Bonatti creando nella mia generazione lo spirito di avventura verso mondi che per noi erano sconosciuti.

Una fotografia a colori (ah! i forti colori delle Kodacrome che accentuavano la realtà!) di Epoca che ben ricordo è quella del Dalai Lama in processione sulla scalinata, forse quella del Palazzo Bianco del Potala (mistero, esotismo ed esoterismo...). Mio padre raccoglieva gli inserti di Epoca e li faceva poi rilegare. Chissà dove li ho buttati? Come sarei felice di rivederli ora!

 

La Strada del Pamir (ru: Pamirsky Trakt, Памирское Шоссе) tra Osh e Khorog, e che percorriamo in direzione contraria all'avanzare della sua costruzione, fu completata da ingegneri militari sovietici fra il 1931 e il 1935 allo scopo di facilitare il trasporto di truppe e gli approvvigionamenti in questo remoto avamposto dell’URSS. Fino a poco tempo fa inaccessibile ai viaggiatori, il percorso in alta quota attraversa questo elevato altopiano che ricorda il paesaggio tibetano, popolato da yurte e yak e disseminato di laghi di un intenso blu. I cippi chilometrici di colore blu hanno segnata su un lato la distanza da Osh e dall'altro quella per Khorog.

Dalla relazione Pamir Orientale trek - gr.Vasta 2019

 

Sotto: GMaps da Murgab - Karakul - Kyzl Art - Sari Tash - Oah. Clicca sul rettangolino a destra per il pieno schermo

 

Clicca sul rettangolo in alto a destra per aprire a pieno schermo.

Inizia la salita che ci condurrà al punto più alto del tragitto, ma prima del passo, a circa 44 chilometri da Murgab, sulla nostra destra (direzione sud-nord) passiamo nuovamente davanti ai resti della postazione zarista del XIX secolo. Ben presto le montagne abbracciano la strada che si arrampica verso i 4655 m del Passo Ak-Baital (Aghbai, Oqbaytal, Ак байта́л (cavallo bianco).

Dal valico parte una lunga discesa di circa 78 km fino al Kara-Kul, il lago più alto di tutta l’Asia centrale. Voltandoci indietro subito dopo il passo abbiamo una bella vista su una valle laterale che conduce al Picco Muzkol (Музкол), terreno da gioco di molte spedizioni internazionali e che abbiamo già ammirato dirigendoci a Jalang due giorni fa.

Scendendo dal passo, troviamo un edificio indicato come caravanserraglio, con i resti di un'altra caserma zarista situata a nord del passo. Dopo il Karakul, sostiamo brevemente al sito archeologico di Karaart. La luce è forte ed i geoglifi non fanno ombra quindi è difficile capire i disegni, ma in lontananza scorgiamo, come all'andata, le montagne del Tien Shan (1).

 

La M41 sale nuovamente ad un valico minore, il Pereval Uy-Bulak -(Перевал Уй-Булак 4.255m slm) e poi entra in un ambiente ancor più desertico che fa scrivere ad un viaggiatore del 19° secolo «Non so perché mi vengono in mente le parole di apertura dell'Inferno di Dante: "...lasciate ogni speranza o voi che entrate». Qualunque idea si abbia della desolazione, deserto e aridità, la visione di Kyzyl Art supererà tutte le aspettative... "

«Chasse et exploration dans les régions du Pamir»
Vicomte E. de Poncins, Paris, 1897, pp. 54

 

Il falsopiano si estende verso ovest ed è chiamato Deserto di Markansu (Пустыня Маркансу), Долина Маркансу (Valle di Markansu), ma anche Valle dei Tornado Долина смерчей ed era temuta dai cammellieri diretti verso il bacino del Tarim che la definivano Valle della Morte (Долина смерти). Le carovane della Grande Via della Seta avevano la possibilità di attraversare le aride piane a oltre quattromila metri in questa parte nord-orientale dei Pamir. Ma era una scelta difficile: queste desolate spianate offrivano condizioni meteorologiche estreme. Oltre al freddo intenso, gli uragani, le improvvise tempeste di neve in piena estate e l'aria quasi costantemente polverosa ed i frequenti vortici simili ai tornado.

Il luogo assumeva un aspetto spettrale costellato com'era dai resti degli animali da soma morti quassù. Anche se Markansu indica in lingua kirghiso "ruscello", esso è secco per la quasi totalità dell'anno e la carovaniera era piena di scheletri di questi animali - principalmente cavalli e cammelli - che in alcuni punti formavano cumuli di ossa. Il clima secco e freddo portava alla mummificazione dei cadaveri e ha conservato le tracce delle passate tragedie per lunghi secoli fino agli anni "30, quando vennero rimossi al momento della costruzione della strada.

Eppure prima che quassù avanzasse la desertificazione, questi spazi erano abitati. Qui va menzionato il ritrovamento interessante: nel 1957 l'archeologo Vadim A. Ranov trovò un insediamenti neolitici di età compresa tra 9.500 e 8.500 anni (il più famoso è Oshkona - Ошхонa), il luogo abitato più alto al mondo, un insediamento mesolitico che risale al 8500 aC. con focolari dove sono stati rinvenuti resti carbonizzati di betulla e ginepro.

V. A. Ranov, L'exploration archéologique du Pamir
Bulletin de l'École française d'Extrême-Orient
Année 1984 73 pp. 67-97

 

Alcuni scienziati sono convinti che a quei tempi la valle di Markansu fosse anche di seicento metri più bassa di quella attuale (cioè si è innalzata di 5 - 7 cm ogni anno), altrimenti persone e alberi non avrebbero potuto vivere quassù. I movimenti tettonici di alta velocità non sono rari in quest'area, ma non è ancora provato che la Valle del Markansu abbia realmente subito un rapido sollevamento anche se il plateau si è sicuramente sollevato in migliaia di anni (vedi anche Relations between climatic changes and prehistoric human migrations...).

Dalla relazione Pamir orientale Trek 2018 gr. Vasta

 

Arriviamo al Chek Point tajiko (39.37335, 73.32686). Le pratiche sono oggi mediamente lunghe, ad uno ad uno dobbiamo registrare l'uscita dal GBAO e poi dal Tajikistan che lasciamo definitivamente ed entriamo nella terra di nessuno larga una ventina di chilometri ed occupa entrambi i versanti del valico Kyzl Art dove sostiamo ancora per fotografare i due monumenti.

La terra di nessuno non è delimitata da alcun segnale né reticolato. Qui, fra i due chek-point, l'avventuroso e coraggioso Fabio Migli ha vissuto una esilarante Avventure, esilarante per il lieto fine quando la racconta: era rimasto incastrato con la sua Dacia Duster nel greto di un torrentello. Non riusciva a scendere dalla vettura attrezzata e nel frattempo il torrentello si era trasformato in un torrente. Alla fine chiamò con il satellitare AnM che fece partire un soccorso da Osh. Nel frattempo il torrente si era ulteriormente ingrossato e l'acqua entrava nella macchina. Fortunatamente - per questo ci ride sopra quando la racconta - dei turisti di passaggio lo estrassero dall'abitacolo. La centralina della Dacia era stata danneggiata e prima che EA riuscisse ad inviargli il pezzo di ricambio passò una settimana. Complimenti Fabio!

La strada giunge a Bor Döbö (anche Bordona) con dogana kirghisa e controllo passaporti. La struttura si è modificata negli anni ampliandosi. Riconosco alcuni edifici del 2014. La registrazione di entrata è veloce: già da alcuni anni sono attivi i lettori per i passaporti elettronici. La procedurae è quindi facile. Più lungo il controllo doganale  sopratutto per l'antidroga. Vengono scaricati e ricaricati i bagagli. Un po' differente dalla gelida sosta di Sven Hedin diretto in senso contrario verso Fort Pamir:

 

"To prevent any misconception as to the style of "house" it was, I will state at once that this rabat (rest-house) was merely an earthen hut, with a wooden roof supported by rough beams, and that the only provision for sleeping was a square bank of earth in the middle of the floor. This and a few similar huts have been put up by the direction of the governor of Fergana for the convenience of the mounted post-messengers who travel backward and forward between Margelan and Fort Pamir. This particular hut stood at the foot of a desolate hill, and from that circumstance gets its name of Bor-doba, a corruption of Bor-teppe, the Gray Hill. We both dropped straight off to sleep, and slept until the bustle and noise caused by the arrival of the caravan awakened us. Then we had tea made, and warmed ourselves over a glorious fire"

Sven Hedin Through Asia p.146

 

Bordona nel 1904. Da Through Asia

 

Sempre M41, percorriamo un tratto più spettacolare in questa terra kirghisa, il fondo stradale mostra tracce di una asfaltatura forse risalente al tempio dei Soviet, inizia a cambiare e diventa più accidentato, correndo su un terrapieno con un rettilineo fra prati dove pascolano cavalli e bovini. Le strutture a globo sulla nostra destra proteggevano due radar ed attirano l'attenzione mentre ci avviciniamo alle montagne sull'altro limite della pianura.

La cena...
e la colazione più che abbondante...

In breve siamo a Sari Tash (roccia gialla). Vicino al bivio fra la M41 e A371 (la strada per Irkeshtam e Kashgar in Sinkiang). Alla GH Akyh (pr. Akul), contemporaneamente a noi, arriva un gruppetto di coreani. Momenti di perplessità. Altre GH stanno pochi metri e forse dovremmo sparpagliarci, ma non hanno posti letto Alla fine staremo tutti e quasi trenta nella casa, chi sul lettino chi per terra.

Passando per il cortile raggiungiamo il bar-ristorante Akyh (pr. Akul) e ordiniamo veloci manty mentre gestori e guida cercano di sistemarci. La cameriera passa e tavolo per tavolo ci per fotografarci, prima che arrivino le pietanze siamo già su Istagram. Abbiamo saltato il pranzo e ci abbuffiamo, ma soprattutto a sera facciamo tardi.

Alle 21:30 abbiamo ancora le luci accese!

Sari Tash. 26 Settembre 2019

[ 25 Settembre ] Precedente ] Successiva ]  [ 27 Settembre ]

 

(1) Cinese:天山; pinyin: Tiānshān, Dungan:Тянсан; Tjansan; Antico turco:𐰴𐰣 𐱅𐰭𐰼𐰃, Tenğri tağ; Turco: Tanrı Dağı; Mongolo:Тэнгэр уул, Tenger uul; uiguro: تەڭرىتاغ, Тәңри тағ, Tengri tagh; Kirghizistan: Теңир-Тоо / Ала-Тоо,Teňir-Too / Ala-Too, تەڭىر-توو / الا-توو; Kazako: Тәңіртауы / Алатау, Ta'n'irtay'y / Alatay ', تأڭئرتاۋ; Uzbeko: Tyan-Shan, Тян-Шан, تيەن-شەن.

 

Cronistoria

 

Part.

Arr.

Località

Lat

Long

Km*

Prog**

Prog

06:30

 

Sveglia

 

 

 

 

 

07:30

08:15

Colazione

 

 

 

 

 

08:36

 

Pamir Hotel - Karakul 90 km.

Pamir Hotel, Murgab, partenza.

38.17452

73.96681

0,0

0,0

 1.117

 

 

Deviazione per Pshart.

38.22601

74.0372

5,710

 5,710

 

 

 

Deviazione nord per Chiechiekty.

38.33853

74.03297

12,800

 18.510

 

 

 

Deviazione sud per Rangkul.

38.35304

74.03231

1,630

 20,140

 

 

 

Deviazione nord per Rangkul.

38.39091

74.01902

 7,760

27,900

 

 

 

Caserma zarista (Stemma Zar Nicola II)

38.49441

73.83.85115

23,800

51,800

 

09:50

 

cartello inizio passo.

 

 

 

 

 

 

 

Cantoniera semi-abbandonata

 

 

24,200

75,900

 

09:55

 

Passo Ak Baital.

38.56113°

73.59778°

2,850

78,750

 

 

 

Caravansérail Muzkol

 

 

66,500

 94,800

 

 

Deviazione per Jalang e Kudara.

38.84144

73.46823

17,000

111,800

 

 

 

Karakul - Confine 97 km.

GH Erkin, Karakul', Tagikistan

39.010815

73.55956

20,400

132,200

 

11:12

 

Karaart, Tagikistan. Solar calendar

39.05448

73.59568

5,850

138,500

 

 

 

Pereval Uy-Bulak (passo) - Перевал Уй-Булак.

39.20721

73.4385

36,700

174,750

 

 

 

Markansu, Tagikistan

 

 

10,600

 

 

12:40

13:30

Frontiera. Posto di controllo GBAO.

39.37336°

73.32687°

10,500

164

 

 

 

Posto di controllo tajiko.

39.37379°

73.32728°

 

164

 

 

 

Confine - Sari Tash 44 km.

Valico Kizil art, terra di nessuno Kirghizistan

39.38445°

73.32256°

18,500 

 182,5

 

14:00

15:00

(ora tajika) Bor Döbö - Bordoba KPP controllo passaporti Frontiera Kirghizistan

39.50712.

73.26881

19,000 

 198,5

 

15:30

 

Sary Taš, Kirghizistan. GH Akyh (pr. Akul) con caffè ristorante Кафе Акун

39.7267892

73.2481440

25,500

 223,5

 1.348

20:00

 

Cena.

 

 Da Controllare

 

231

 

* Il chilometraggio intertappa è stato annotato basandosi su GMaps.

** Il chilometraggio progressivo è stato annotato dal GPS di OpenStreetMap.

 

Powered by Wikiloc


Precedente ] Successiva ]


Ultima modifica: 24/05/2024 11:22:57

Visitatori in linea: 6663 su tutte le pagine di www.marcovasta.net

1083  persone hanno letto questa pagina