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lento pede ambulabis

Solu Numbur Trek

31 ottobre - 16 Novembre 2019
con AnM e Marco Vasta nel paese degli Sherpa in occasione del Mani Rimdo

"Se non sali la montagna, non potrai ammirare il paesaggio" Paolo Neruda

2. Delhi IGIA > KTM

01/11/2019 Domenica - Delhi IGIA > KTM

Dal corridoio degli arrivi, prima della scala mobile che scende al piano inferiore ed al Controllo passaporti, si entra nel controllo sicurezza dei transiti. Per timore di perderlo, trasporto il telefono satellitare fornitomi da AnM nel bagaglio a mano.

 Mal me ne incoglie! Importazione ed uso del satellitare sono vietati in India. Vengo bloccato, il telefono sequestrato e in scala gerarchica arrivano i vari supervisor. In effetti potrei passare il cellulare e soprattutto la SIM a qualcuno in area transiti. Alla fine risolve la situazione un personaggio che credo sia una sorta di capo scalo. La borsa del satellitare cine rinchiusa nuovamente nello zaino che è il mio bagaglio a mano. Trattengo i medicinali e il funzionario mi assicura che provvederà lui a imbarcarlo e farmelo consegnare a Kathmandu.

La sosta a Delhi è molto lunga, ma non si può fare altrimenti in quanto il volo precedenti potrebbe venir perso ed il successivo e ad un orario serale.

Non è una leggenda metropolitana ma una partecipante il cui gruppo dovete sostare per l'intera giornata a Delhi senza visto minacciò di denunciare Avventure per sequestro di persona (ora è una capogruppo molto attiva e preparata).

Passiamo il tempo fra i ristoranti del primo piano per una colazione e sulle poltrone sparse nella grande hall qualcuno sfrutta le Chaise Lounge. Ci ritroviamo tutti al gate. L’arredo dell‘aeroporto è stato implementato con nuovi stand anche nei corridoi delle grandi ali laterali che prima erano prive di negozi e bar.

È passato tanto tempo da quando scrivemmo la guida del Nepal e Paolo Nugari dovendo io parlare del transito a Delhi mi prese in giro chiedendomi se volevo inserire anche il consiglio di andare in due al gabinetto perché le serrature non funzionavano. Nel 1980, al primo imbarco per tornare in Europa, il bar forniva solamente bottigliette di latte al cioccolato e ci affollammo in un unico stanzone dove in piedi si accalcavano i passeggeri di tre jumbo pigiati una scatola di sardine.

Saliamo finalmente sul volo Delhi - Kathmandu. A Malpensa avevo chiesto un posto esibendo la card di frequent flyer e mi trovo in prima fila. Passa una partecipante bofocchiando qualcosa e dietro di lei, compare il funzionario che si rivolge direttamente a me chiamandomi per nome e dicendo che c’è un problema con il bagaglio della partecipante e che arriverà a Kathmandu con un volo successivo… Verrò poi a sapere che nel bagaglio c’è una bomoletta Camping Gas. A corollario un’amica racconterà che questo scherzetto l’ha già fatto ad altri capogruppo.

Al ritorno, parlandone in Direzione, chiedo se mai qualcuno ha segnalato il problema. Non risulta, ma tutti hanno in mente l’incidente del volo Saudi 163, precipitato nell’agosto 1980 per un incendio a bordo causato da una bomboletta di gas imbarcata in stiva.

La prima macchiolina
BresciaOggi

Nel salone arrivi di Kathmandu troviamo una lunghissima coda agli sportelli della Banca. Per il visto ci siamo organizzati con il modulo online ma non tutti l'abbiamo ed allora occorre mettersi in fila ad un monitor dove con un assistente compiliamo la richiesta di visto. La macchina emette un biglietto con cui il sistema informatico traccerà la nostra richiesta. Con questa e con i soldi paghiamo all'apposito sportello l'ingresso che dobbiamo purtroppo chiedere per un mese in quanto resteremo in Nepal per 15 giorni Seconda coda per applicare il visto e finalmente scendiamo al piano inferiore a ritirare i bagagli. Penso al viaggio di maggio scorso quando, arrivando di mattina via Doha, non avevamo fatto alcuna coda. Le informazioni, datate dicembre 2020, sono alla pagina del visto.

Mente sono in coda, collegato al wi-fi dell'aeroporto, arriva un articolo appena uscito su un giornale locale e l'intervista ad un pensionato. Ieri mattina ero in caffetteria ed un responsabile di Banca Etica che prendeva un caffè mi ha chiesto di sostituirlo.

Alessio ci aspetta fuori dall'aeroporto assieme alla sorella di Tshiring che che è venuta a prelevarci. Tshiring ci aspetta in albergo a Cheetrapati nello stesso albergo di maggio ed ancora adesso penso alle sostanziose colazioni che vengono allestite con queste uova che continuano ad arrivare dalla cucina, i wurlsterini di montone, lo yogurth di Baktapur, le verdure cotte ecc. ecc.

Il volo per domani è incerto. Con il senno di poi, forse sarebbe stato meglio se avessimo deciso di partire subito con i mezzi dormendo lungo la strada. Passiamo la giornata a fare spese od a guardare oggetti da acquistare al ritorno. Cerco una guida parlante italiano per un partecipante che non è mai stato in Nepal, ma i miei amici sono tutti già impegnati.

Oltretutto si aggiunge un problema: dalla primavera la pista del Thibruvan è in ristrutturazione e i voli domestici per Lukla non partono da Kathmandu ma da Ramechap (Manthali Airport RHP) a 135 chilmetri, ovvero almeno cinque ore di guida. So che i gruppi devono pernottare a Ramechap per salire su gli aerei. Tshiring dice che non useremmo il pulmino che è più lento ma le macchine potremmo dormire a Kathmandu pur facendo una alzataccia. L’idea non mi sconfinfera affatto. Non amo le alzatacce…

Tshiring ci ha invitati a cena con un messaggino whatsapp “Stasera cena da Kanchi Sherpa”. A sera, con un pulmino mandato da Tshiring, ci rechiamo all’Uptala Cafe. L’autista non sa bene dove lasciarci. Dovremo procedere a piedi in una viuzza che collega la strada principale con il cerchio di Bodhanath. Alla fine autista e Tshiring riescono a comprendersi. In un punto ben chiaro ci aspetta la sorella di Tshiring che ci precede in motorino fino al punto dove scendiamo e procediamo a piedi. E qui scopriamo il mistero, Kanchi Maya Sherpa, moglie di Tshiring, gestisce assieme alla madre il ristorante collegato al monastero Ka-Nying Shedrub Ling che ho visitato con un altro gruppo. Sotto il grande pergolato di lamiera troviamo i gruppi Rolwaling D’Intino, EBC ed altri. Luca D’Intino mi racconta che ha impiegato dodici ore ad arrivare da Salleri. Saluti, baci e abbracci. Cena leggera da nouvelle cousine.

Il ristorante Utpala cafe è proprietà del vicino Ka-Nying Monastery. Tshiring parla di Choeky Nyima Rimpoche, ma è solo un omonimo del Panchen Lama scomparso. https://monksandnuns.org/

 

       

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