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Solu Numbur Trek
31 ottobre - 16
Novembre 2019
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Secondo giorno del cham, danze con maschere. Monaci con maschere.
Partiamo con le macchine per il festival. Pensavamo di dover salire a piedi dalla strada per Ringmo fino al monastero. Anche quando imbocchiamo la deviazione gli autisti non sanno fin dove potremo salire. Con loro e nostra sorpresa lo sterrato arriva sino al monastero. Ma la sorpresa maggiore è trovare una piazzola per elicotteri dove sosta un chopper molto piccolo. Più tardi, ci racconteranno che è di uno sponsor del monastero, non sapremo se nepalese o un occidentale. Lo sponsor occidentale potrebbe essere un folkloristico personaggio che avanza sulla scalinata indossando calzettoni, braghe corte ed una pelliccia. Lo accompagna una bella ragazza.
Le fasi del ‘cham e le vicende del monastero sono scritte nelle apposite pagine del sito che non sono copiabili non le riproduco in questa relazione. Sono protette, come le pagine del mio sito web, da quando ho trovato i miei scritti copiati in guide pubblicate a stampa…
Come gran parte dei ’cham, la cerimonia inizia verso le 11. Incontro Bruno Zanzottera, compagno di viaggio in Tchadar 2011 che è qui con un interprete procurato da Tshiring. Ha in progetto un servizio sul cham ed uno su i Raule, una delle ultime popolazioni nomadi della giungla. Ci disponiamo sulla balconata e qualche volta, un po’ stanchi delle scenografia e della musica abbastanza ripetitiva, ci spostiamo a livello del cortile cercando però di conservare la nostra seggiola. Nell’intervallo, poco prima delle 13, raggiungiamo il prato dove è stato approntato un ristorante che serve noodle con vegetali e frittatine. Poi ritorniamo ai nostri posti. Verso le tre e mezza monachelli e laici passano con bicchieri di carta e piattini, poi con teiere fumanti e secchi di zinco pieni di riso dolce con uvetta sultanina, versano una mestolata nel piattino e passano allo spettatore accanto. Ancora alcune danze e poi scendiamo a Salleri. Bruno si ferma per documentare tutto.
A cena ci raggiunge Bruno che si fermerà per documentare l’ultimo giorno del ‘cham e fra i commensali è presente anche la famiglia che lo ha ospitato e che domani tornerà a Kathmandu.
Fra le curiosità del villaggio di Phaplu (Faplu), vi è un lodge il cui arredo sarebbe in parte quello usato da Guido Monzino, finanziatore della IEE Italian Everest Expedition del 1973, che fece trasportare alcuni mobili fino al Campo Base e che poi furono lasciati in questa struttura.
Dal 1955 al 1973, Monzino si avventurò dal Senegal al Polo Nord, dall'altopiano del Tibesti in Ciad alle Montagne della Luna dell'Africa orientale. Nel 1973 guidò la prima spedizione italiana all'Everest (in quello che è ritenuto il tentativo più stravagante di tutti i tempi: seicento portatori, il cui carico, secondo la leggenda, comprendeva vini pregiati, sigari, posate d'argento e un divano in pelle inglese. Nell'albergo vi è anche un tavolo da gioco costruito in Italia. Verità, pubblicità, malignità o invidia?
Salléri è una piccola cittadina nepalese. Mostra un volto tranquillo, eppure qui è avvenuto uno dei maggiori scontri, oltre a quello di Dunai in Dolpa, durante la guerra civile (o lotta di liberazione, dipende da che parte la si guardi).
Il 25 novembre 2001, il Jana Mukti Sena (Esercito di Liberazione del Popolo - ELP o PLA) attaccò gli uffici governativi uccidendo una trentina di poliziotti. I giornali riportarono la morte di duecento guerriglieri nell'azione e nel contrattacco.
Oggi il "terribile" Prachanda è un tranquillo signore che ogni tanto ricopre l'incarico di Primo Ministro, il Nepal è divenuto una repubblica federale e il turista non percepisce più il caos di quello scontro che non interruppe il turismo. Capitava che gli escursionisti pagassero, oltre al Trekking Permit, anche un permesso rilasciato con tanto di fattura e timbro ai posti di blocco sul sentiero dell'Everest.
Fonte |
Part. |
Arrivo |
Tempo Totale |
Alt. Min. |
Alt. max. |
Disl. Tot - |
Disl tot + |
KM |
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2.400 |
2.966 |
349 |
876 |
8.970 |
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