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Solu Numbur Trek

31 ottobre - 16 Novembre 2019
con AnM e Marco Vasta nel paese degli Sherpa in occasione del Mani Rimdo

"Se non sali la montagna, non potrai ammirare il paesaggio" Paolo Neruda

6. Khastap > Jarsandi

05/10/2019 Giovedì - Khastap > Losku > Ponte > Nagyang > Jarsandi 1800 m

 

Preparazione impasto del c.d. gurung bread

La cucina con il gurung bread fritto

Frittatona a colazione

Clicca sulle immagini per ingrandire. 

 

il sirdar Ajay

Il ponte di Losku

La colazione viene preparata davanti ai nostri occhi. Il fornello a gas e il tavolo da lavoro sono proprio in fianco a noi. La nostra ospite impasta farina bianca prima in palline, poi la stende su un'asse. e prepara una piadina di circa quindici centimetri di diametro che incide con due o tre tagli. Ho visto farli con un coltello, ma ricordo - in altre cucine - il taglio eseguito con la paletta con cui si girano mentre friggono nella padella. Di base  sembra sempre quella del chapati che però viene cotto a secco nella padella concava detta tawa. Questo potrebbe essere chiamato paratha (o paranta) ed è caratteristico della colazione. Nome, gusto e spessore cambiano a seconda del sistema di cottura. Se nel forno verticale è roti o, se più spesso e magari con altri ingredienti - come burro, aglio, formaggio - è nan che ha una forma allungata a goccia perché si usa un gancio per estrarlo dal tandoori, il forno verticale.

In verità il nepali poori, la colazione, non è solo pane ma viene servito con le patate stufate con sughetto al curry (aaloo ko tarkari). Cerco di capire cosa sia e all'unisono arrivano riposte differenti, ma la maggioranza lo presenta come gurung bread ed in tavola arriva leggermente gonfio. Franco. segue il suo rituale, un caffè - l'unico della giornata - ed un pacchetto di biscotti. Io opto per entrambi: caffè e poi ancora caffè possibilmente con un po' di latte, biscotti, pane e frittata, meglio se le uova sono strapazzate con pomodoro e cipolle.

Alla nostra brigata si unisce oggi Jash Rai, rappresentante della popolazione presso non so quale organo amministrativo: ci accompagnerà il gruppo per tutta la giornata ed anche la seguente.

Da Khastap scendiamo per sentiero dirigendoci verso il villaggio di Losku. Osservando sulla carta ritorniamo verso occidente portandoci pressappoco sotto la malga di Mulkarca, ma ad una quota molto inferiore. Il sentiero si immette nella rotabile ed arriviamo al villaggio di Losku (1.570m) dove sostiamo presso una casa che funziona anche da teashop. Jash Rai dopo Losku prende un altro sentiero, mentre Aajiy ed io ci incammineremo su un altro.

Salgo al primo piano a consumare un tè e mi viene presentato il gestore che è un ex portatore. Da lui compro anche un ombrello per proteggermi dal sole e da una eventuale pioggia. La strada procede oltre la scuola, ma ci teniamo su un sentiero che procede in discesa ed obliqua attraverso una piantagione di aranci dalla buccia verde ma succosi. Ne raccogliamo qualcuna giungendo infine ad un passerella metallica (27.48812, 86.65542) da cui inizia una lunga e per me faticosa risalita lungo la rotabile che abbiamo ritrovato. Aajay cerca una scorciatoia attraverso i campi ma è in corso il raccolto e siamo invitati a non proseguire. Torniamo indietro fino alla rotabile che iniziamo a seguire.

Il gruppo con mr Raj e la padrona di casa  a Nagyang

Il gruppo invece è passato su un’altra passerella pedonale (27.48828, 86.66101) un po’ più a valle e sosta ad assaggiare arance presso una famiglia a Nagyang. Si sale, sale, sale fino a giungere in vista di una cascata. Giunto poco sotto il villaggio, vedo il gruppo che sta recandosi verso la cascata che sulla carta figura avere un salto complessivo di novanta metri. Mi sistemo nella guest house Jarsandi, un bell’edificio in legno. Al primo piano c'è lo stanzone dove si sistema la maggior parte del gruppo e due stanze dove ci sistemiamo in due e due. Al pian terreno invece c'è il teashop che guarda verso la vallata e il sentiero che abbiamo attraversato ieri e stamane punto.

Altri nomi del villaggio: Nagyang, Sundar Jarana, Dhakamalung. Quando scende la sera ci rendiamo conto di quanto sia popolosa la valle perché le luci che si accendono ci fanno individuare delle case che altrimenti non avremmo visto perché nascoste dagli alberi.

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