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Hierapolis - Efeso - Izmir

1-16 settembre 2024

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EDT pag. 241-250

Efeso: https://it.wikipedia.org/wiki/Efeso

 

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La costa egea della Turchia, secoli di storia

Per comprendere la storia della costa meridionale dell’Egeo bisogna fare uno sforzo di immaginazione e visualizzare baie e penisole dove oggi non esistono più, altrimenti non si riesce a cogliere la rilevanza che le città di Efeso, Priene e Mileto, ora a diversi chilometri di distanza dal mare, avevano nell’antichità.

Infatti prima che la terraferma avanzasse a causa dei detriti trasportati dal pigro fiume Meandro (Büyük Menderes in turco), queste città erano porti marittimi di notevole importanza economica e strategica, pienamente integrati nel mondo greco-romano, per il quale il Mar Mediterraneo era il ‘mare nostrum’.

Con i cambiamenti geografici si modificarono anche i centri di potere e di commercio lungo la costa dell’Egeo. Micenei e ittiti furono i primi popoli a insediarsi nella regione egea (a partire dal 1200 a.C.). Un peso ben più rilevante ebbero però gli ioni che più tardi, in fuga dalla Grecia, fondarono Efeso, Priene e Mileto. A sud della Ionia si estendeva la regione montuosa della Caria, un altro fondamentale regno antico, di cui è pervenuta fino ai giorni nostri la tomba del grande sovrano Mausolo, ossia il celebre Mausoleo di Alicarnasso (l’attuale Bodrum) che, insieme al Tempio di Artemide a Efeso, è annoverato tra le sette meraviglie del mondo antico.

Sotto il dominio romano Efeso prosperò, diventando la capitale della provincia dell’Asia, mentre nel loro splendore il Tempio di Artemide e il Tempio di Apollo a Didime si affermarono come luoghi di pellegrinaggio pagano.

Con la diffusione del cristianesimo, pagani, ebrei e cristiani coesistettero pacificamente nelle città principali. È ben nota la vicenda di san Giovanni che, secondo la tradizione, avrebbe scritto il suo Vangelo proprio a Efeso, dove si era stabilito insieme alla Vergine Maria.

Durante la successiva dominazione bizantina, le comunità costiere mantennero i tradizionali legami sociali, culturali ed economici con le vicine isole greche.

Tra la fine dell’XI secolo e il XII secolo, l’espansione territoriale selgiuchide coincise con il passaggio dei crociati diretti in Terra Santa.

Nel 1402 i Cavalieri Ospitalieri (che allora controllavano gran parte delle isole greche del Dodecanneso) edificarono ad Alicarnasso un maestoso castello – con le pietre dell’antico mausoleo – e ribattezzarono la città Petronium.

Volare su Hierapolis fra le mongolfiere

Parapendio tandem a Pamukalle

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In seguito alla conquista di Rodi da parte di Solimano il Magnifico nel 1522, Petronium fu ceduta agli Ottomani (e il nome adattato alla lingua turca, diventando Bodrum). Anche se da allora la costa rimaste sotto il controllo turco, continuò a essere popolata da un consistente numero di greci (chiamati ‘rum’ dai musulmani), le cui conoscenze nel campo della navigazione, dei trasporti via mare e dell’ingegneria navale si rivelarono cruciali per i commerci marittimi e la supremazia navale dell’impero.
Dopo la guerra di indipendenza turca, il Trattato di Losanna del 1923 sancì i controversi scambi di popolazione tra greci e turchi, ponendo fine a tre millenni di civilizzazione greca con un sol colpo di penna.

Nonostante la tranquilla atmosfera vacanziera che oggi caratterizza la regione, il peso strategico di questa linea di frontiera resta inalterato, tanto che nei cieli sopra la costa i piloti degli aerei militari greci e turchi spesso simulano combattimenti aerei. L’antica disputa sul Mar Egeo tra i due paesi per il controllo delle acque territoriali, dello spazio aereo e della sovranità sul territorio è quasi sfociata in guerra nel gennaio 1996, quando le forze militari turche hanno preso d’assalto la disabitata isoletta greca di Imia (Kardak in turco), innescando febbrili attività diplomatiche nelle capitali occidentali.

Oggi le tensioni sul Mar Egeo restano immutate e ciclicamente sfociano in crisi. Le frequenti affermazioni provocatorie del presidente Erdoğan sul territorio greco hanno lo scopo di alimentare i sentimenti nazionalisti turchi. La Grecia ha accusato la Turchia di non far fronte al flusso di migranti in fuga che dalla costa turca approdano sulle isole greche; nel solo giorno del 29 agosto 2019 sono sbarcate a Lesbo 650 persone ne (per lo più provenienti dalla Siria e dall’Afghanistan).

Efeso

Efeso (in greco antico: Ἔφεσος?, Éphesos; in latino Ephesus; in turco Efes, inoltre, potrebbe derivare dall'ittita Apasa) fu una delle più grandi città ioniche in Anatolia, alla foce del fiume Caistro, sulla costa dell'odierna Turchia. La città si trovava nell'attuale Turchia approssimativamente fra le città di Smirne e Aydın.

Fu un importante e ricco centro commerciale e, dal 129 a.C., fu la capitale della provincia romana di Asia. Tra le rovine, che ne fanno uno dei più noti siti archeologici del Mar Mediterraneo, sono degne di nota quelle del Teatro, del piccolo tempio di Adriano, della Biblioteca di Celso e dei numerosi stabilimenti di bagni pubblici. Ridotte a una singola colonna sono invece le testimonianze di quello che fu il più celebre monumento di Efeso e, secondo Pausania (4.31.8), il più grande edificio del mondo antico: il tempio di Artemide, una delle Sette meraviglie del mondo, raso definitivamente al suolo nel 401 per ordine di Giovanni Crisostomo, patriarca di Costantinopoli. Nota anche per aver dato i natali ad Eraclito di Efeso, tra i maggiori filosofi presocratici, e per essere stata anche una delle sette chiese dell'Asia citate nel Libro dell'Apocalisse di San Giovanni (l'apostolo vi morì circa verso i 98 anni di età) e dove potrebbe essere stato scritto il Vangelo di Giovanni.

Le antiche città dell’Anatolia dell’epoca classica avevano come unico grande scopo il piacere dei loro abitanti ed Efeso ne è la più vivida testimonianza. Infatti, il grande Tempio di Artemide era considerato una delle sette meraviglie del mondo antico, ma purtroppo oggi ci rimangono pochi resti. Tuttavia, la vista della spettacolare Biblioteca di Celso è in grado di lasciare a bocca aperta chiunque, con i suoi marmi finemente decorati.

Inoltre, il Teatro Grande è anch’esso di grande effetto visivo e stupisce per la sua splendida vista che da direttamente sul Mar Egeo. Da qui partiva infatti la Via Arcadiana, contornata di colonne, che conduceva al porto cittadino. Infine, l’antica Agorà, il Tempio di Adriano e il Tempio di Domiziano sono sensazionali testimonianze dell’importanza che Efeso ricopriva all’interno dell’impero.

 

İzmir (Smirne)

Fieramente progressista e di alto profilo culturale, la terza città della Turchia per dimensioni è lambita dalle acque azzurre della Baia di İzmir ed è un importante porto egeo fino dall’antichità, quando era la città greca di Smirne. Oggi il suo kordon (lungomare) è vivace e ricco di fascino.

Il notevole e prezioso patrimonio culturale di İzmir riflette la varietà delle radici etniche degli abitanti greci, armeni, ebrei, levantini e turchi che vi hanno vissuto nel corso dei secoli. Nonostante negli ultimi tempi la città presenti un minor grado di multiculturalità, vi sono ancora comunità ebree e levantine, come testimonia l’originale e squisito panorama gastronomico.

È alquanto curioso che a İzmir si incrocino per lo più solo uomini d’affari e turisti diretti a Efeso, perché la città in realtà conserva stupende attrattive, tra cui uno dei bazar più belli del paese, un ragguardevole museo di storia e arte, ed è pervasa da un’atmosfera tanto rilassante quanto accogliente.

 

Mercato di Kemeraltı

(Kemeraltı Çarşısı; Konak; h8-19 lun-sab; Çankaya, Konak) Il labirintico bazar di Kemeraltı che da Konak Meydanı si estende nell’antica agorà, risale al XVII secolo ed è sede di negozi, ristoranti, laboratori artigianali, moschee, caffetterie, çay bahçesi e sinagoghe. Trascorrere una giornata esplorandone le pittoresche e animate vie, gli storici luoghi di culto, i cortili nascosti e i grandi caravanserragli consente di cogliere il vero volto di İzmir; inoltre non mancate di fermarvi in uno dei caffè tra la Hisar Camii e il Kızlarağası Han, che servono il famoso fincanda pişen türk kahvesi della città: il caffè turco preparato direttamente nella tazzina piuttosto che nel consueto bricco in rame dal manico lungo.

La via principale del bazar è Anafartalar Caddesi e suggeriamo di prendetela quale punto di riferimento del vostro girovagare, insieme alle moschee di Hisar, Şadırvan e Kestanepazarı; a ogni modo ricordate che, benché sia inevitabile (dal momento che capita agli stessi abitanti), perdersi nel bazar è parte del suo fascino e offre l’occasione di scoprire tesori inattesi. Visitate il Kızlarağası Hanı (Cevahir Bedesteni) del 1744, un bedesten (magazzino) e kervansaray caravanserraglio) ottomano simile all’İç (Interno) Bedesten nel celebre Gran Bazar a İstanbul. Tra le altre attrattive del bazar segnaliamo il mercato alimentare nella Havra (Sinagoga) Sokak della storica enclave ebraica cittadina. Per dare alla visita anche una dimensione culinaria prendete parte all’itinerario a piedi gastronomico nel bazar e dintorni chiamato Only in İzmir, organizzato dal ben noto tour operator Culinary Backstreets.

Tenete presente che non è sicuro passeggiare a Kemeraltı di notte, soprattutto nella zona intorno alla Havra Sokağı.

 

Kordon

(g12, 253, 811, Konak) È difficile immaginare quali ritmi acquisirebbe la vita a İzmir senza il suo caratteristico kordon, che si estende verso nord da Cumhuriyet Meydanı fino ad Alsancak e verso sud dal molo di Konak a Konak Meydanı. Magnifico esempio di rinnovamento urbano, il lungomare ha distese d’erba su entrambi i tratti, con sentieri pedonali e piste ciclabili, delimitati sul lato orientale da bar, caffè e ristoranti. Gli abitanti li raggiungono numerosi a fine giornata per incontrare
gli amici, rilassarsi sull’erba e contemplare tramonti da cartolina.

Tra i tanti musei e le varie attrattive lungo il kordon vi sono il Museo Navale Zübeyde Hanım, il Centro Culturale Arkas (www.arkassanatmerkezi.com); e il Museo Atatürk (Atatürk Müzesi).

 

Konak Meydanı

(nei pressi di Mustafa Kemal Sahil/Atatürk Bulvari, Konak; mKonak) L’animato cuore cittadino è la vasta piazza che si apre lungo un tratto pedonale di Cumhuriyet Bulvarı e che prende nome dall’imponente Palazzo del Governo di epoca ottomana del 1872 più a est. Nella piazza si trovano la torre dell’orologio di Konak del tardo periodo ottomano e l’incantevole Yalı Camii (Moschea in Riva al Mare, Moschea di Konak), costruita nel 1755 e rivestita di maioliche di Kütahya.

Proteso nel mare verso nord, il molo di Konak (Konak İskelesi), del 1890 e opera di Gustave Eiffel, è stato di recente convertito in un centro commerciale.

 

Efeso

Fu un importante e ricco centro commerciale e, dal 129 a.C., fu la capitale della  provincia romana di Asia.

Tra le rovine, che ne fanno uno dei più noti siti archeologici del  Mar Mediterraneo, sono degne di nota quelle del Teatro, del piccolo tempio di Adriano, della Biblioteca di Celso, dei numerosi stabilimenti di bagni pubblici e delle bellissime abitazioni di cui rimangono alcuni ambienti e pavimenti mosaicati.

Ridotte a una singola colonna sono invece le testimonianze di quello che fu il più celebre monumento di Efeso e, secondo Pausania, il più grande edificio del mondo antico: il tempio di Artemide, una delle sette meraviglie del mondo, raso definitivamente al suolo nel 401 per ordine di Giovanni Crisostomo, arcivescovo di Costantinopoli.

Efeso è nota anche per avere dato i natali ad Eraclito, per aver ospitato San Paolo per circa tre anni (dopo le sue visite e prediche un gran numero di Ebrei e Greci si convertirono al Cristianesimo), per essere una delle sette chiese dell'Asia citate nel Libro dell'Apocalisse e per aver dato ospitalità a San Giovanni e a Maria dopo la morte di Gesù.

 

 

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Ultima modifica: 31/08/2024 09:17:00

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