il sito di marco vasta

lento pede ambulabis

Lhasa Tibet Breve

1-18 agosto 2024

con AnM e Marco Vasta nel Paese delle nevi

Queste pagine sono una ipotesi di percorso che verrà predisposto in base al
Piano dei Voli definitivo

La valle

Gongkhar ] Yarlung e Chongye ] Samye བསམ་ཡས་ ]

Il nostro viaggio

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Testang e dintorni

 

Tsetang https://en.wikipedia.org/wiki/Tsetang

Mindrolling Monastery https://en.wikipedia.org/wiki/Mindrolling_Monastery

 

Quasi tutti i programmi prevedono di spendere un paio di notti a Tsedang dedicando le giornate alla visite della Valle dello Yarlung, culla dell'Impero Tibetano e della Via del Diamante. Il Monastero di Mindroling. posto fra l'Aeroporto e Tsedang è il primo tempio buddhista che si visita. Più interessante sarebbe invece visitare il Gongkar Chode per gli squisiti esempi della scuola pittorica di Khyentse Chenmo..

Parimenti, in sostituzione del Monastero di Tradruk, potrebbe essere la visita alla Valle dei re, interessante non dal punto di vista paesaggistico ma storico.

Imperdibili le visite a Yungbulakang ed a Samye. Per motivi di tempo, il programma prevede di recarsi a Lhasa percorrendo l'Airport Lhasa Expressway, ma chi ha più giorni a disposizione può da Samye raggiungere Ganden pe runa strada di montagna e da qui arrivare a Lhasa.

 

Per quasi tutti i viaggiatori Tsetang rappresenta prima di ogni altra cosa una base da cui partire alla scoperta della Valle dello Yarlung e della Valle del Chongye. Importante centro amministrativo e guarnigione dell’esercito cinese, Tsetang (Zédāng) è la quarta città più grande del Tibet, nonché il capoluogo della vasta prefettura di Lhoka. Nel suo moderno centro troverete alcuni ristoranti di buon livello, strutture ricettive di media categoria e un paio di internet bar. La zona più interessante è però l’antico quartiere tibetano, che ospita alcuni monasteri raggruppati sul pendio del Gangpo Ri, una delle quattro montagne sacre dello Ü.

Tsetang (Zédāng)

Monastero di Ngamchö

Fondato in origine come ospedale di medicina tibetana, il Monastero di Ngamchö divenne in un primo momento un complesso dell’ordine kagyupa. Nel XIV secolo i suoi lama di rango superiore partirono per incontrare Tsongkhapa e avviare un dibattito con lui ma ‒ travolti dal rispetto per il grande maestro ‒ non riuscirono a portare a termine i loro programmi e al loro ritorno convertirono il monastero alla tradizione gelugpa.

All’ultimo piano sono conservati il letto e il trono dell’attuale Dalai Lama. Una cappella laterale dedicata alla scienza medica contiene le statue degli otto Buddha della medicina. Nella cappella della divinità protettrice è possibile ammirare alcune suggestive maschere utilizzate durante le feste, che raffigurano leoni delle nevi, cervi e demoni. Il 20° giorno del decimo mese del calendario tibetano è possibile assistere a danze rituali cham, nel corso delle quali i monaci indossano queste maschere.

 

Monastero di Ganden Chökhorling

In origine questo monastero trecentesco era un’istituzione kagyupa, ma nel XVIII secolo l’ordine gelugpa ne assunse la direzione con la benedizione del settimo Dalai Lama, fatto che spiega perché al centro sia presente una statua di Tsongkhapa. Oggi questo complesso ospita solo 10 dei 130 monaci di un tempo, in parte a causa del fatto che durante la Rivoluzione Culturale fu adibito a ospedale militare.

 

Monastero femminile di Sang-ngag Zimchen

 L’attrattiva più importante di questo complesso è una statua di Chenresig dalle mille braccia risalente all’epoca del re Songtsen Gampo. Secondo alcuni resoconti, questa statua sarebbe stata scolpita nel VII secolo dallo stesso re. Oggi nel monastero risiedono una ventina di monache (una volta erano 50). Dopo aver visitato la sala principale, salite al primo piano per vedere le due piccole cappelle delle divinità protettrici.

 

Kora nella città vecchia di Tsetang

Il modo migliore per visitare i piccoli monasteri del quartiere tibetano consiste nell’aggregarsi ai pellegrini per seguire in senso orario il circuito del kora.

Dal Monastero di Ganden Chökhorling dirigetevi a nord e poi a est fino a raggiungere il Monastero di Ngamchö.
Da questo punto il percorso del kora si snoda intorno alla base del Gangpo Ri, fino a una sorgente sacra dove i pellegrini si lavano i capelli. Il sentiero sale poi fino a un gruppo di bandiere di preghiera e a un incensiere a forma di trono, prima di scendere al Monastero femminile di Sang-ngag Zimchen. Dal percorso del kora si dirama un sentiero che si inerpica sulla montagna fino alla Grotta della Scimmia.

 

Gangpo Ri (གོང་པོ་རི,)

Gangpo Ri (4130 m) riveste un significato molto particolare per il popolo tibetano, che secondo la tradizione avrebbe avuto origine in questa zona, dall’unione di Chenresig (sotto le sembianze di una scimmia) con la diavolessa bianca Sinmo. Questa unione avrebbe avuto luogo nella Grotta della Scimmia, una cavità naturale aperta al pubblico, che si trova nei pressi della vette della montagna. Il luogo è piuttosto deludente, ma può costituire la meta di una (impegnativa) escursione a piedi tra le montagne della durata di mezza giornata.

Il sentiero più diretto è quello che sale dal Monastero femminile di Sang-ngag Zimchen, inerpicandosi per circa 550 m fino alla grotta. Per percorrere questo itinerario si impiegano circa due ore (portatevi dietro un’abbondante scorta d’acqua potabile). La passeggiata fino alla sommità del Gangpo Ri fa parte di un lungo percorso di pellegrinaggio, che i tibetani compiono ogni anno il 15° giorno del quarto mese lunare.

Il monte Sotang Kangbori (tib.: ཟོ་དང་གངས་པོ་རིSotang Kangbori; o Sodang Gangpo Ri) si trova a est della città di Zêtang, e si erge a 800 metri sopra la città con i suoi speroni che la proteggono dalle elementi e formando una posizione difendibile all'imbocco della valle. È una delle quattro montagne sacre del Tibet centrale e la dimora di Yarlha Shampo, un potente dio della montagna. È anche famoso per la sua grotta a 4.060 metri (13.320 piedi) vicino alla vetta. È qui che, secondo la leggenda, Chenrezig (Avalokitesvara) si incarnò come una scimmia rossa e impregnò una sinmo, o orchessa bianca, concependo sei figli che erano gli antenati dei sei clan originari del Tibet. Nella grotta si può vedere un'immagine naturale di una scimmia e dipinti di figure scimmiesche.

   

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Ultima modifica: 12/07/2024 14:33:33

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