Italia - Cairo 28 luglio
Ritrovo a Linate. Grande confusione nei voli Alitalia. Veniamo spostati dallo AZ 143 allo AZ 0097. Nella ressa/rissa riusciamo ad imbarcarci arrivando all'appuntamento con i romani, i fiorentini e veneti solo alle 16:00 nel grande salone partenze del Terminal. Chi è partito dal Marco Polo, lamenta di non aver saputo da nessuno che i biglietti fossero Fermo Traco a Venezia. Il chek-in della EgyptAir è in fondo sulla sinistra: a Dicembre sono passato dal Cairo per il viaggio in Yemen del Nord e conosco il percorso dai Nazionali agli internazionali. Una camminata spingendo i carrelli. Al check-in riceviamo le solite lamentele perché ci presentiamo a gruppetti sparsi e non tutti assieme mentre per loro siamo un unico gruppo Avventure nel Mondo (questo l'ho già rilevato a Natale…). Siamo due gruppi, uno con capogruppo Chiara Starace, veterana di Avventure ed uno con me. Abbiamo studiato il viaggio in una riunione in casa di Adolfo C. assieme a Stefano A., che per lavoro è stato a Londra alla Stanford ed ha acquistato alcune mappe delle Northern Areas. Ho conosciuto Chiara in Zanskar nel 1980. Con Adolfo siamo stati in Zanskar, in Cordillera Huayhuash, ed al Campo Base Everest. C'è un controllo di sicurezza prima del Chek-in ed ai raggi-x vengono sequestrate le bombolette di gas da alcuni bagagli da imbarcare. Passano solo quelle mimetizzate fra le scatolette di cibo. Anche a Natale c'era stato lo stesso problema. Come in Yemen, anche portiamo i fornellini per la nostra cucina: le Camping Gaz blu sono introvabili fuori dall'Europa e speriamo di non dover acquistare i fornelli Primus a petrolio in Pakistan. Purtroppo, tre anni fa, sul volo Saudia 163 proveniente proprio dall'Aeroporto Internazionale Jinnah - dove siamo diretti - si sviluppò un incendio a bordo. Fra le possibili cause, l'inchiesta studiò anche quella che un pellegrino diretto a la Mecca avesse acceso un fornellino per fare il tè. L'ipotesi scaturì dai resti di due fornelletti con accanto in estintore ritrovati nel settore passeggeri. Tutto è possibile: in Israele, una leggenda metropolitana racconta che gli ebrei yemeniti trasportati durante l'Operazione Tappeto Volante accesero un fuoco sull'aereo nel 1950 (1). I nostri bagagli vengono spediti a Karachi (pr. It. Caraci) dove speriamo che arrivino tutti. Sulla pista del Leonardo da Vinci, ci sono 33° ed il caldo che sale dall’asfalto mentre usciamo dalla navetta e saliamo sull'aereo è soffocante anche se sono quasi le sette di sera. Appena decollati viene servita la cena. Accanto a me, un partecipante pulisce le posate e la tazza e le imbosca: "Fallo anche tu, vedrai che serviranno,. Al limite, li regali...". La mia tazza l'ho già riconsegnata. La vicina di sedile mi passa il suo set non toccato. Grazie... Al Cairo un cartello avverte che chi non ha il visto per l'Egitto non può uscire dall'area Transit. Chi ha il visto può uscire, ma deve però rifare il check-in. L’EgyptAir offre un tour alle Piramidi di Giza, ma abbiamo solo tre ore e gli addetti non accettano le richieste di qualcuno del gruppo che vorrebbe sfruttare l'opportunità di una visita notturna. Consegniamo tutti i passaporti e i biglietti al bancone del Transit che provvederà a fare le conferme. La confusione è enorme, la calca dei passeggeri si affolla davanti al bancone. Vedo la pila dei nostri passaporti rovesciarsi e spandersi, rimango interdetto ma l'addetto, quasi senza alzare lo sguardo, ordina un imperioso: "Don't worry, proceed!". A Natale ero uscito ed avevamo dormito al Cairo in attesa del volo per Sanaa. Oggi siamo in un turbinio di passaporti adagiati sul bancone. Le pile marroncine dei gruppi, cascano, si mischiano a passaporti di altre nazionalità. Sono perplesso, anzi, preoccupato. Ci avviano per una scala che sale al piano superiore. Attendiamo con ansia la restituzione dei passaporti. Increduli, li riceviamo assieme alla carta di imbarco per Karaci. Volo regolare alle 2:15 locali. (1) La stessa malignità - in un'altra versione - sostenne successivamente che furono gli Ebrei Falasha etiopi ad accendere un fuoco nella carlinga durante l'operazione Mosè del 1985 dal Sudan ad Israele, seguita da altre operazioni come la Giosuè o la Salomone da Addis Ababa.
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