Gilgit - Naltar - 8 agosto
La mattinata trascorre in spese, cambi cartoline compriamo ancora alcune cose per il trekking, tipo zucchero per il gruppo e marmellate e biscottini per ogni singolo. Questo per noi, mentre l'HK 1 di Chiara ha stabilito di mettere in comune i viveri. La scelta, che sembra di unire il gruppo, è invece secondo me, il segno che diversi partecipanti vogliono solo liberarsi dell'ingombro dei viveri nel proprio sacco o borsone. Da un lato si corre il rischio che se la cassa viveri va persa, tutti sono provati dei viveri, Inoltre se qualcuno non gradisce qualcosa è obbligato a mangiare quello che gli altri avanzano, magari appropriandosi di quel gusto che aveva portato. Di qui, alla fine, malumori e incomprensioni.
E poi, vuoi mettere il piacere di sorprendere i compagni con qualcosa di inattesa, come le alicine con i capperi, un patè, un dolcetto? Per l'ulteriore colpo di fortuna riusciamo subito a incontrare i coniugi Felici che aspettavamo. Con la collaborazione di Chiara compriamo le scarpe per i portatori (30 rupie l'una), misura 9, e quelle per la guida Mr Wali (150 rupie), le prime sono da tennis e le Superga, gli altri sono scarponcini tipo pedule. Alle 13:00 arrivano tre piccole jeep della PTDC, dove stiamo scomodi perché non hanno grossi portapacchi. Attraversiamo il ponte sul fiume dietro Chinar Bag e prendiamo la vecchia carovaniera per Hunza, sulla destra orografica. La zona è polverosa, priva di campi. Pioviggina fino quasi a Nomal (24 km), dopo il posto di blocco entriamo nella valle di Naltar. Ogni tanto incontriamo lavori del dipartimento per l'energia. Ci arrampichiamo su per la valle che è stretta, come tutte quelle che abbiamo percorso ogni volta che entravamo in una laterale. Poi il paesaggio cambia e arriviamo a Naltar. Questo toponimo indica una villetta ampia circa 1 km, con campi verdi e qualche bosco. Le case sono sparse fra i campi terrazzati che sono disposti su un cono di deiezione di modesta inclinazione. Attorno punte di varia altezza, ottime per brevi passeggiate. Vi sono un cottage della NATCO (Northern Areas Transport Corporation), una scuola di sopravvivenza per l'aeronautica e un sanatorio. Inoltre, vi sono gli unici skilift del Pakistan. Pagate le jeep, inizia la lunga contrattazione per assumere i portatori. La grossa vertenza non è sul prezzo ma sulla lunghezza del trekking. Ho la netta impressione che ben pochi di loro abbiano già fatto questo percorso. Ci sistemiamo nel piccolo lodge e consumiamo una buona cenetta a base di spaghetti e di vegetali. Oltre che visitare il villaggio si può salire su un dosso, prospiciente sulla destra orografica, alto circa 3500 m.
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