Chitral - Rombur - 2 agosto
La partenza è stata prevista per le 08:30 per poter girare per uffici e banche. Scopriamo così che: il Deputy Commissioner apre alle 09:30. Il padre del capo ufficio (forse lo stesso commissario) è stato con Varvelli ed è un alpinista. Tutto il permesso viene rilasciato in pochi minuti. Attenzione, chiarite e fatevi scrivere in urdu ed in kowari che fate un trekking attraverso la montagna, non lungo la strada normale Jeep abile. Inoltre la banca statale e la privata Habib Bank non cambiano cash ma solo travellers cheks. Ma la notizia peggiore è che non ci sono voli liberi in discesa a Peshawar fino al giorno 10 agosto. Mister Saif ci ha procurato quattro Jeep al posto dei due cargo, motivandoli con una piena notturna (ma chi può constatarlo?). Sono 500 rupie a mezzo, one way. Non abbiamo un paragone perché gli autisti sono tutti solidali (e non sappiamo il prezzo dello scorso anno). Abbiamo rimescolato le carte. Una partecipante del mio gruppo passa a quello di Chiara per viaggiare assieme al conoscente con cui si era iscritta ed una ragazza passa nel nostro. Inoltre ci siamo divisi le mete: Chiara andrà a Birir (Biriu) e raggiungerà Bumburet (Mumret)mente non ci rechiamo a Rombur (Rakmu), il villaggio meno popolato ma più isolato e dove conto che incontreremo meno turisti. Purtroppo la mancanza di informazioni sulla festa estiva non ci permette di assistere al festa del plenilunio di agosto. pazienza. Già essere qui è una soddisfazione che appaga la nostra curiosità. Di qel viaggio Kafiristan " 74 è da poco uscito su Anm 3.1982 l'articolo Gli eredi di Alessandro Magno di Enrico Ercokani. Partenza 09:00. Passiamo dal ponte sud, poi ripassiamo il Matuji, ripercorriamo la strada di ieri fino ad un ponte che a 5 miglia a sud di Ayum, vicino al bivio per Birir. Qui la colonna si divide, : il gruppo di chiara andrà a Bumburet così non entreremo in massa nei villaggi ma saremo presenze meno invadenti. Ora la strada si fa stretta e siamo un po’ tutti apprensivi. La strada si incassa nella gola e la piena ha provocato parecchi danni. In alcuni punti la massicciata è erosa e gli autisti ci fanno scendere e passano sopra le crepe in velocità. Mister Saif aveva ragione… Alle 13:00 siamo a Rambur (che si scrive anche Rombur e Rumbur). La diligenza ci fa scendere al Kalash hotel, Il primo albergo, entrando nel villaggio, è gestito da un muslim; il secondo, cioè il nostro, da un kafiro). Il pomeriggio passa girando per il villaggio mentre con l'aiuto del manager del Kalash Hilton Hotel che fa da interprete (e che scrive Rumber) parlo prima con il capo della polizia di confine (che forse anche capo del villaggio), mister Abdul Ashcur. Tutti sostengono che è vietato salire in montagna perché ci sono i mujahidin (al-mujahidun) e che hanno disposizioni in tal senso. In effetti so che c'è una fascia vietata di 10 km, ma guardando le carte non sembrerebbe che il nostro percorso la traversi. Poi dicono che la strada è interrotta. In effetti abbiamo visto che la strada o meglio il sentierino, è interrotto ma dovrebbe essere quello del Trek per Bahram Chasma. Alla fine, comprendono che assumeremo dei portatori e tutto si risolve. Posso così raggiungere il gruppo che è salito ad un luogo di culto che sovrasta il villaggio. Purtroppo, qui scontiamo la nostra impreparazione limitata a poche letture. Questo dovrebbe essere il tempio maschile di Mahadevo (che sia il Maha Dev ariano?) che sovrasta il villaggio: un altare una serie di assi scolpite e tre maschere sovrastano il piccolo fuoco e un altare fatto di pietra incassate, irto di rami secchi di agrifoglio, macchiati dai precedenti sacrifici. Due piccole teste di cavallo confermano il carattere sacro del luogo, delimitato da una fila di pali sopra i quali sono scolpiti degli svolazzi, delle spirali, dei disegni dal tema apparentemente solare ma il cui significato si è cancellato dalle memorie. Il luogo è interdetto per le donne. L'impurità della mestruazione proibisce alle donne l'accesso ai santuari e da tutto ciò che è il rapporto con il culto: e per la medesima ragione che fin dalla loro pubertà, le donne trascorrono cinque giorni al mese e 21 giorni dopo il parto, nella ashali o basciali, una casa dove vivono isolate ed intoccabili. Ci accompagnano anche a vedere le statue degli antenati. Sono simili a quelle che si trovano nel Museo di Storia naturale di Firenze dove si trovano gli acquisti della Spedizione di Paolo Graziosi., una delle iniziative organizzate da Ardito Desio in parallelo alla spedizione al K2 nel 1954. Il gruppo dei fiorentini è particolarmente ferrato sull'argomento. La leggenda metropolitana racconta che vennero acquistate anche le statue equestri esposte nel museo. La somma era relativamente enorme per il Kalash che organizzarono una feste e si mangiarono e bevvero tutto il compenso...
La sera ceniamo nel lodge che ha una piccola ma graziosa veranda. Nella mia guida al Pakistan, ho inserito il capitolo Nelle valli degli ultimi Kalash su quanto raccontato dal gestore che era stato oste ed interprete degli studiosi francesi Jean-Yves Loude, Viviane Lièvre e Hervé Nègre, autori di numerose pubblicazioni su i Kalash e dei quali mi mostra una copia con dedica. Da una lettura affrettata mi sembra contenga in indicazioni sulla cultura kalash: riti, costumi, utensili, civiltà materiale.
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