il sito di marco vasta

lento pede ambulabis

Hindukush Karakorum

28 luglio - 20 agosto 1983
con AnM e Marco Vasta nel Nord del Pakistan

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Passo Diantar - 11 agosto

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La notte è stata molto fredda. Smontiamo il campo e risaliamo la lungo la la lunga costola erbosa dalla quale ieri sera vedevamo scendere armenti e pastorelli. Quando ci muoviamo sono ormai alle 07:30, la sveglia è stata data verso le 6:30. Il percorso di salita migliore sembra quello di seguire sempre il costone, anche quando diventa tutto di sfasciumi. I portatori sono voluti stare all'interno del vallone e così hanno dovuto camminare prima sulla neve e poi si sono presi in testa le pietre dei primi che salivano, Seguendo il costolone che arriva sulla bella e lunga cresta nevosa con qualche cornice che separa la valle di Nomal dal ramo sinistro della valle di Naltar.

Si segue la cresta su sfasciumi per circa 50 metri verso sinistra e se arriva un ometto di pietre scisti alto circa due metri, Il valico si trova leggermente più in basso verso estm ovviamente è quotato in tanti modi (4.630 ed addirittura 4.800!). Chi ha dormito a quota 4200 (Grazia, Franco e Andrea Perino, Francesco Cacace, Sauro Colombo e Gianna Carrer) ha seguito la cresta verso un bel panettone di circa 5000 m, raggiungibile con ramponi e picca che sfortunatamente non avevano Ad ogni modo è fattibile, ma non ne vale la la spesa, perché trasportare un'attrezzatura così pesante per usarla un giorno solo è un ingombro e basta. Vale la pena se si programma una serie di salite su misto permanendo nei dintorni per numerosi giorni.

Per scendere - scrivo tutto questo perché andasse da solo o per i futuri capogruppo - portarsi diagonale sotto il passo e poi scendere dritti sulla neve.

Attenzione che gli sfasciumi scaricano pericolosamente, io stesso ho evitato per un pelo di essere investito da una scarica causata dall'ultimo del gruppetto. Conviene scendere scaglionati a gruppi di 5/6, dopo che sono scesi i portatori. Sulla neve si può scendere a slitta, ma attenzione a un primo crepaccio di circa un metro, ben evidente, ed un'altra serie di crepe un po’ più avanti. La vedretta fa improvvisamente una gobba e divento un blocco di ghiaccio puro; Girare allora verso destra, attenzione a qualche crepaccetto e raggiungere con un semicerchio la conca nevosa sottostante. Da qui, su sfasciumi, giù verso i prati  Arrivati sul primo largo spazio erboso a cercare l'acqua che esce da una polla.

Si scorge ora il fondo della valle ed in lontananza la confluenza con un'altra valle. Qui, avendo una carta al 250.000 (U502 NJ-43-14),abbiamo preso una cantonata mostruosa pensando che le prime casupole fossero Diantar, le ultime Bar. Scendere per i prati obliquando poi verso destra, tagliare il canalone e seguirlo fino a che non si allarga in un nevaio. Portarsi sul costolone di destra verso il boschetto, attraversarlo e porre il campo dopo il pascolo. Vi sono vicino quattro o cinque baracche.

Da quanto ho capito il toponimo Diantar indica tutta la valle fino a Torbuto Das, tant'è vero che di nuovo alcuni portatori chiamano Shoni anche questo misero villaggio. La serata si consuma si conclude con un *********** tremenda perché l'altro gruppo regala mezza capra ai propri portatori senza pensare che costringe anche noi ad un simile acquisto, visto soprattutto la lunga discussione del giorno prima che avevo dovuto sostenere questi piccolissimi disguido fanno passare la voglia di coordinare…

 

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